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A L’Aquila l’emergenza migranti diventa un’opportunità grazie a inclusione e integrazione

Grazie all’inclusione, alla voglia di mettersi in gioco da ambe le parti – chi arriva e chi accoglie – e all’integrazione, l’emergenza migranti si trasforma in un’opportunità.

L’Aquila è un modello di inclusione che deve fare da esempio. Nel capoluogo abruzzese, è attivo un progetto che mira a formare per il mondo del lavoro in campo edilizio i migranti che arrivano in Italia per fuggire dalle guerre. È stato comunicato il bilancio di questo progetto di formazione, e i risultati dimostrano che l’integrazione è possibile e offre un’enorme opportunità di crescita anche personale.

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Sono 53 per ora quelli che hanno partecipato al progetto di formazione, dando inizio a un nuovo corso. Grande soddisfazione per il sindaco de L’Aquila che ha voluto ribadire che la città da lui governata è la prima ad aver adottato in Italia un modello del genere, basato su vera integrazione, fornendo reali opportunità di lavoro ai migranti.

Emergenza migranti? No, grazie. Qui si fa inclusione

Le stime aggiornate ci dicono che attualmente sono 4 mila i migranti presenti in tutto l’Abruzzo. Mille di questi si trovano nel territorio de L’Aquila, a dirlo è il prefetto Cinzia Torraco che ha presentato il progetto di formazione denominato “Lavoro per l’inclusione”, rivolto ai migranti in fuga da paesi in cui infuriano le guerre civili.

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Ieri mattina all’auditorium della Carispaq, c’è stata la conferenza durante la quale sono stati esposti gli obiettivi dell’iniziativa; la giornata di ieri non è stata scelta a caso, infatti si trattava della Giornata delle Fondazioni, la ricorrenza dedicata alle realtà filantropiche in tutta Europa. Il progetto di formazione per migranti è giunto nella sua fase più calda proprio mentre in città si fa largo la voce su una prossima apertura di uno dei nuovi Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr), struttura che il presidente della regione Marsilio ha concordato con il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Il prefetto de L’Aquila ha proprio per questo messo in risalto il lavoro che la città sta facendo per garantire un inserimento serio e progettuale ai migranti, parlando di inclusione e non di emergenza. Si lavora, infatti, per favorire una formazione professionale e l’inserimento socio-lavorativo nel settore dell’edilizia di cittadini stranieri richiedenti asilo, di titolari di protezione internazionale, nonché di altri cittadini stranieri in condizione di vulnerabilità.

Per ora, 53 sono i migranti che a L’Aquila sono stati formati per lavorare nel settore edilizio, di questi 35 sono assistiti dalla Caritas e 18 dall’Arci dell’Aquila. Il corso di formazione dura 80 ore, di cui 16 di formazione teorica obbligatoria propedeutica ad entrare in cantiere e 64 di formazione pratica. Oltre a ciò, si tengono corsi anche per apprendere la lingua italiana. Il presidente dell’ese-cpt, l’Ente Scuola Edile, Sergio Palombizio ha dichiarato: “L’Aquila è il cantiere più grande d’Europa, eppure mancano sempre gli operai. Questo percorso è un aiuto alla nostra comunità sotto tutti i punti di vista”.