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Inchiesta Pescara, Sospiri indagato per una cena da 400 euro: “Non l’ho organizzata io”

Pescara. Lorenzo Sospiri, presidente del Consiglio Regionale d’Abruzzo, è indagato per una cena elettorale in uno stabilimento a Pescara per una somma complessiva di 400 euro.

Lo si legge nell’informazione di garanzia che riguarda anche altre 11 persone emesso dalla Procura di Pescara e notificato stamani dalla Guardia di Finanza.

Sarebbe stato il dirigente comunale Fabrizio Trisi ad aver chiesto all’altro arrestato, l’imprenditore De Leonibus, di pagare lo scorso 15 settembre l’incontro elettorale da lui stesso organizzato.

Nel provvedimento si fa riferimento anche ad altri non citati imprenditori pescaresi destinatari di commesse pubbliche i quali in quel caso avrebbero contributo ad altre spese.

SOSPIRI: NON HO ORGANIZZATO IO LA MANIFESTAZIONE

“Apprendo solo ora, con la consegna formale dell’avviso di garanzia a mio carico, i fatti che mi vengono addebitati dalla Procura della Repubblica. Nello specifico mi vengono contestati solo i dettagli organizzativi di una manifestazione elettorale svoltasi in occasione della mia candidatura al Parlamento italiano lo scorso settembre. Manifestazione alla quale mi sono trattenuto pochi minuti, in cui, va detto, non ero l’unico candidato invitato o presente in uno spazio privato, non a uso esclusivo, e soprattutto non l’ho organizzata io. Spero di poter chiarire presto i dettagli della circostanza confermando, come ieri, la mia totale disponibilità”: così Sospiri, in una nota, commenta gli atti notificati.

“Il fatto contestato – aggiunge Sospiri – riguarda una manifestazione pubblica, organizzata in uno spazio privato non a uso esclusivo, con i cittadini con i quali abbiamo svolto delle riflessioni politiche in vista della campagna elettorale in corso. Una manifestazione che ha visto la presenza di altri candidati. Per quanto potessi sapere, la manifestazione non prevedeva un costo e nessuno infatti mi ha chiesto un pagamento al quale, altrimenti, avrei senza dubbio provveduto personalmente. Durante l’evento non ho chiesto contributi elettorali, non ho chiesto che si organizzasse la stessa manifestazione elettorale alla quale sono stato invitato, al pari degli altri, e soprattutto non ho chiesto che qualcuno pagasse per me. Dalle carte non emerge alcun addebito a mio carico sulle accuse generali riferite a presunte corruttele o consumo di sostanze stupefacenti. Resto a disposizione degli inquirenti per poter chiarire i contorni della vicenda”.

L’OPPOSIZIONE: DIMISSIONI PER MASCI

Sabato scorso, il sindaco di Pescara Carlo Masci aveva commentato la decisione del dirigente comunale oggi arrestato, e ieri il Pd gli chiedeva, in una nota, di chiarire e riferire “in un Consiglio comunale specifico”.

“Le dimissioni dell’architetto Fabrizio Trisi – scriveva Masci – sono un gesto nobile che denota un profondo senso di responsabilità e del dovere, oltre alla sensibilità di anteporre l’interesse pubblico a quello personale. A lui rinnovo il mio personale apprezzamento come uomo e come professionista, unito al dispiacere per la sua decisione, che comprendo e rispetto”.

Il dirigente del Settore lavori pubblici del Comune aveva spiegato, in una lettera formale, di non potere più svolgere il suo lavoro con la necessaria lucidità decisionale e la normale tranquillità operativa, a seguito di un indagine a suo carico più volte prorogata.

“Tutte le partite più delicate sono passate negli uffici guidati dall’architetto Trisi – scrivevano in una nota, i consiglieri i consiglieri comunali Pd Piero Giampietro, Stefania Catalano, Francesco Pagnanelli e Marco Presutti – dal Giro d’Italia a viale Marconi alla ciclabile cancellata in via della Pineta, agli appalti del Pnrr come quelli sulla riviera. Il Settore Lavori Pubblici sia ora affidato a un dirigente capace, per evitare ripercussioni ancora più pesanti sul Pnrr”.

“L’architetto Trisi – sottolineano nella nota – non è un semplice dirigente del Comune, ma l’uomo di fiducia del sindaco Masci e del centrodestra, con un ruolo spiccatamente politico tanto da essere delegato da sindaco e assessori a replicare ai consiglieri di minoranza”.

Ricordano, inoltre, di avere “da tempo messo in allarme il sindaco, anche con una lettera riservata con la quale gli avevamo evidenziato le nostre preoccupazioni, chiedendogli di intervenire tempestivamente per mettere in sicurezza il Comune. Una lettera rimasta senza risposta”. E ancora: “Prima di proseguire con questa amministrazione è necessario chiarire i contorni dell’operato del dirigente e se ci sono altre personalità politiche eventualmente coinvolte”.

“Se tutto quello che abbiamo appreso oggi dovesse corrispondere al vero si tratterebbe di fatti molto gravi. Non riusciamo a capire come il sindaco non si sia accorto di nulla su indagini che sono durate più di un anno. Un sindaco che non si accorge o che non cerca di mettere riparo nonostante le opposizioni più volte abbiamo segnalato un atteggiamento non conforme di un dirigente di così alto livello che sta trattando lavori del Pnrr per 100 milioni di euro. Ecco un sindaco che non si sia mai sentito in dovere di dare un minimo di spiegazioni alla città di Pescara è un sindaco che oggi non può che dimettersi per dimostrata incapacità”: così anche il capogruppo al comune di Pescara del M5S Erika Alessandrini.