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Giustizia: il sofferto accordo sulla riforma Cartabia. Le novità introdotte

Il consiglio dei ministri ha raggiunto l’accordo sulla riforma della giustizia.

Determinante il via libera del Movimento 5 stelle, arrivato dopo ore di trattative e la minaccia di astensione di Giuseppe Conte, a cui è seguito un gioco in aula con il Pd poi disinnescato dal Premier Draghi, che ha respinto tutte le modifiche richieste.

L’impianto, approvato dalla ministra Cartabia, deve essere portato all’Aula della Camera domenica 1 agosto (il governo potrebbe porre la questione di fiducia) e prevede:

  • 1) di accorciare i tempi dei processi, come richiesto dall’Unione Europea. Nella riforma è stata introdotta l’improcedibilità ovvero che il processo si arresti dopo un dato lasso di tempo: questa previsione entra in conflitto con l’abolizione della prescrizione precedentemente introdotta dal ministro 5 stelle Bonafede. Per assicurare processi celeri si prevede un aumento degli organici pari a 16.500 assistenti dei magistrati ed uffici del processo e 5.000 per personale amministrativo. Resteranno esclusi dall’improcedibilità i reati puniti con l’ergastolo
  • 2) La riforma sarà introdotta con gradualità: il testo vale per i reati commessi dopo il 1 gennaio 2020 ed entrerà in vigore con una norma transitoria fino al 2024, prevista dall’accordo siglato ieri, e stabilisce che per i primi 3 anni, e fino al 31 dicembre 2024, siano previsti termini più lunghi per tutti i processi e dunque 3 anni in Appello, e un anno e mezzo in Cassazione. È stata prevista anche una possibile proroga fino a 4 anni in Appello e 2 in Cassazione.
  • Processi di Appello: dal 1 gennaio 2025 dureranno fino a 2 anni con una possibile proroga di un ulteriore anno mentre in Cassazione di un anno con una proroga di massimo sei mesi.
  • Sconti di pena in caso di patteggiamento e rito abbreviato: la riforma Cartabia prevede di favorire i riti alternativi
  • Reati di mafia e terrorismo (su richiesta del Movimento 5 stelle) avranno un regime a parte come anche i reati di violenza sessuale e associazione criminale finalizzata al traffico di stupefacenti (come chiesto dalla Lega): saranno disciplinati da un regime differenziato con proroghe illimitate decise sulla base della complessità del processo in atto, sempre su atto motivato del giudice.
  • Per l’aggravante mafiosa, fino al 2024 si possono avere fino a due ulteriori proroghe oltre a quella già prevista per gli altri reati: in Appello fino a 3 proroghe di un anno per un massimo di 6 anni per la durata complessiva dell’Appello e di 3 anni in Cassazione. Dal 2025 massimo due proroghe in Appello (ciascuna di un anno e sempre motivata) e massimo due proroghe in Cassazione (ciascuna di sei mesi e sempre motivata).
  • REATI GRAVI: dal 1 gennaio 2025 le proroghe saranno illimitate sempre motivate dal giudice e sempre ricorribili in Cassazione
  • INDAGATI E IMPUTATI ASSOLTI: verrà introdotto il “diritto all’oblio” ovvero la deindicizzazione delle notizie relative a procedimenti penali a loro carico sui motori di ricerca online. La proposta da inserire nella riforma del processo penale è stata avanzata da Enrico Costa (Azione) ed ha trovato parere positivo: verrà approvata dalla Commissione Giustizia della Camera.