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Giro d’Italia Enogastronomico. Emilia Romagna

Questa volta approfondiamo la proposta enologica nella regione dai “due nomi” e del dualismo comportamentale della popolazione ivi residente. L’Emilia – Romagna, regione molto importante storicamente per la presenza della roma repubblicana (emilia si riferisce alla via emilia costruita da Marco Emilio Lepido console romano del II secolo a.c. mentre romagna deriva da romània nel senso di terra dei romani, appellativo coniato dall’esarcato bizantino nel VI secolo d.c.) poi per la nascita della prima università europea nel 1088 (Bologna) in epoca dei comuni quindi per i ducati nel 1200 (Guastalla, Parma , Ferrara) e le signorie degli “Este”.

Insomma una regione culturalmente interessante e con un popolo molto “intraprendente” seppur con modi espressivi diversi: più lento ma molto ponderato quello degli emiliani e più pragmatico ed impulsivo quello dei romagnoli! Il patrimonio ampelografico comprende una viticoltura pianeggiante per ben il 71% quindi il 24% collinare ed il 5% pedemontano ed è proprio quest’ultimo che ho approfondito sia per il terroir specifico (terre calcaree con rocce argillose del basso appennino associate ai calanchi, pendenza ed escursione termica notturna nettamente percettibile con discreto manto nevoso invernale necessario per creare le riserve idriche della vigna).

Dopo diversi assaggi, ho circoscritto l’attenzione alle colline modenesi nella fattispecie la sottozona di Castelvetro e di Serramazzoni dove operano due aziende con certificazione biologica e la qualifica di vignaioli indipendenti: Cavaliera e Cantina del Frignano.

In 10 degustatori ci ritroviamo in enoteca curiosi di aprirci ad una zona enologica a noi sconosciuta. Si inizia con il PIGNOLETTO di Modena denominato PINUS LAETO da Plinio per il grappolo a forma di pino, in versione frizzante con parziale rifermentazione in bottiglia (circa 2,5 atm), vino con soli 11 gradi alcolici dell’az. agr. Cavaliera di Castelvetro (MO) che ci ha stupito per la bella personalità che, appunto, non ti aspetti da un vino con pochi “muscoli”! Dopo un’iniziale facile beva con una bollicina veramente ben amalgamata con le proteine del vino, emerge un autorevole sentore vegetale molto piacevole che sarà il filo conduttore di tutti i vini modenesi. Bel vino che non stanca mai e molto prezioso nella stagione estiva quando il caldo si fa sentire e si cerca una basso tenore alcolico. Il costo di 12 euro in enoteca (onesta) è dovuto all’enorme mole di lavoro di queste cantine artigianali ed al numero ridotto di bottiglie prodotte (8933 nella vendemmia 2020 con sboccatura gennaio 2023) . Una splendida focaccia della nostra zona, imbottita con dell’ottima mortadella i.g.p. Bologna e prosciutto Parma i.g.p. con dell’ ottimo parmigiano reggiano 36 mesi, ci permette di entrare in atmosfera emiliana e di passare al secondo vitigno autoctono nella fattispecie il trebbiano di Modena denominato anche trebbiano di montagna o semplicemente “la trebbiana” in versione metodo classico pas dose’ sempre dell’az. Cavaliera.

Ben spumantizzato, si distingue nettamente dalle varianti abruzzese, toscana (trebulanum) e romagnola dai sentori e sapori “verdi” simili a quelli del pignoletto poc’anzi degustato ma più eleganti ed accompagnati dalla caratteristica cremosità dei metodi classici. E’ un bel prodotto, soprattutto originale e valida alternativa ai soliti e scontati spumanti italiani “senza identità” acquistabile in enoteca a soli 18 euro. Le bottiglie prodotte sono solamente 2.394 quindi artigianalità pura! Si passa ai vitigni a bacca rossa con una bella lasagna alla bolognese “casalinga” preparata dalla degustatrice Dania e come non assaggiare il vitigno emiliano per antonomasia cioè il “Labrum Ruscum” (pianta spontanea che cresce a margine)?

Il Lambrusco è molto diffuso fin dai tempi dei tempi appunto perchè cresceva spontaneamente nei perimetri dei campi; oggi, ne è stata regolamentata la coltura ed abbiamo tre zone d.o.p. (Sorbara, Castelvetro e salamino di Santa Croce) e noi abbiamo optato per il Castelvetro in qualità grasparossa (il nome è riferito al colore rosso delle foglie e dei raspi della pianta) in versione secca sempre dell’.azienda. Cavaliera che ci ha fatto comprendere quanti lambruschi “sbagliati” abbiamo bevuto in passato! Ingresso in bocca con una marasca decisa per poi mutare in un erbaceo amaricante sintomatico di un vino che, prima di essere moderatamente spumantizzato ha un’acidità superiore ai 6 g. per litro.

Il lambrusco di Castelvetro di Cavaliera costa 13 euro e vi farà cambiare idea sulla “semplicità” di questo vitigno! Saliamo di struttura cambiando azienda agricola ma rimanendo in zona colline modenesi con l’Apice rosso Terdeste della Cantina del Frignano con sede a Pazzano di Serramazzoni (MO). certificata biologica e facente parte dei “carbonari del vino” i vignaioli indipendenti. Il vitigno da cui è prodotto l’Apice Rosso è denominato MALBO GENTILE pare originario della zona di Carrara ove è denominato amabile di Genova tuttavia ha trovato il suo terroir sulle colline modenesi, zona che gli permette di esprimersi al meglio “coccolato” da realtà vitivinicole molto artigianali come la Cantina del Frignano di cui la signora Irene è il “motore”!

All’assaggio non sembra affatto un rosso emiliano per la sua grassezza, consistenza ed un tannino nettamente percettibile nonostante la vendemmia 2015; Un colore interessante , un buon equilibrio tra acidità e grado alcolico, una percettibile violetta ed un finale di sapori verdi e speziati ne fanno un archètipo di vino veramente interessante da assaggiare. Sintetizzando in modo sintetico e semplice sembra un incrocio tra il nostro montepulciano d’abruzzo (struttura, morbidezza e frutti rossi) ed un buon cabernet franc (sapori verdi) con una punta di petit verdot (violetta).

Il prezzo di 25 euro è giusto per un vino fuori dagli schemi. Finale con la versione passita del malbo gentile sempre della cantina del Frignano denominato “La Pinona” che mette in evidenza una dolcezza mai stucchevole in quanto bilanciata dal tannino percettibile e dai toni speziati; mi ricorda il sagrantino di montefalco passito e la vernaccia nera di serrapetrona passita. Costo di euro 25 per la bottiglia da lt. 0,375 in grado di soddisfare 8 persone. Abbiamo iniziato la degustazione con parecchi dubbi dato il recente passato non proprio intrigante della viticoltura emiliana ma siamo usciti dall’enoteca con molte certezze e piacevoli scoperte.L’EMILIA C’E’!

Ringrazio vivamente per la consulenza la signora Irene della cantina del Frignano, Andrea Forestiero (una specie di Cristoforo Colombo del vino) titolare della distribuzione “Les Grands Crus ” di Perugia ed il suo agente di zona Maurizio Angelozzi.

Stefano Grilli – ENOTECA SARAULLO – Tortoreto (TE)
tel 0861787751