Per la sua morte, a distanza di quattro anni, il giudice Franco Tetto ha condannato in primo grado a 9 mesi ciascuno, per omicidio colposo, Pietro Marcelli e Franco Ruggeri, entrambi dipendenti Enel, e Francesco Cantagallo, preposto della ditta Tonelli per la quale l’operaio lavorava, assolvendo gli altri imputati – il titolare della stessa ditta, il delegato Enel per la zona di Teramo ed altri due dipendenti Enel – per non aver commesso il fatto. A chiedere l’assoluzione di questi ultimi è stato lo stesso pm Stefano Giovagnoni.
Secondo la Procura, a causare quella morte sarebbe stata una serie di inadempienze che avrebbe portato chi doveva occuparsi della corretta esecuzione dei lavori a fare i controlli propedeutici, compresa la sospensione della corrente, su un traliccio sbagliato: non quello di Pianura Vomano, dove dovevano essere effettivamente sostituiti i pali e dove Damiani è rimasto folgorato, ma quello di Guardia Vomano.
I due tralicci, infatti, si trovano ad appena 40 metri di distanza l’uno dall’altro e secondo gli accertamenti effettuati dalla Procura per tutta una serie di errori le azioni propedeutiche sarebbero state fatte sul traliccio sbagliato.
Così quando Damiani ha cominciato a lavorare sulla struttura di Pianura Vomano è rimasto folgorato. In realtà lo stesso Damiani, secondo le procedure di sicurezza, prima di iniziare le manovre si sarebbe dovuto accertare dell’assenza di corrente utilizzando il ‘fioretto’. Operazione che però non sarebbe stata effettuata o comunque sarebbe stata effettuata male.
“E’ importante l’affermazione di non responsabilità dell’impresa, che aveva adeguatamente strutturato il cantiere”, ha commentato l’avvocato Navarra, difensore di Cantagallo e del titolare dell’azienda per la quale lavorava Damiani – Valuteremo la motivazione con riferimento alla posizione residuale del preposto, laddove riteniamo che eventuali errori esecutivi non abbiano inciso nella dinamica dell’evento”.