Sono state decine e decine le attività che le quattro organizzazioni locali del WWF (Abruzzo Montano, Chieti-Pescara, Teramo, Zona Frentana e Costa Teatina), coordinate dal delegato regionale, hanno portato avanti insieme alle sei Oasi (Oasi dei Calanchi di Atri e Oasi affiliata del Fosso Giardino in provincia di Teramo, Oasi del Lago di Penne in provincia di Pescara, Oasi delle Gole del Sagittario in provincia di L’Aquila, Oasi delle Cascate del Rio Verde e Oasi del Lago di Serranella entrambe in provincia di Chieti) e ai tanti Centri di Educazione all’Ambiente del Panda presenti in regione.
“Come ogni anno il WWF con i suoi volontari ha provato a fare la differenza – dichiara Luciano Di Tizio, delegato del WWF Abruzzo. – Grazie a loro siamo intervenuti su tutte le principali vertenze regionali. All’opera di denuncia e contrasto abbiamo accompagnato anche quella di informazione: attraverso l’educazione ambientale nelle nostre Oasi e nelle scuole abbiamo avvicinato migliaia di ragazze e ragazzi, mentre in tanti incontri pubblici abbiamo potuto confrontarci con ricercatori ed esperti su tematiche ambientali. I nostri legali hanno patrocinato l’associazione come sempre gratuitamente anche in processi molto difficili, le guardie WWF sono state impegnate sul territorio in decine di controlli e gli operatori delle nostre Oasi hanno permesso la gestione di alcune tra le più belle riserve regionali. A tutti i nostri volontari va un grande “grazie” perché la forza di un’associazione è data dal sostegno dei soci e dal lavoro degli attivisti: invitiamo tutti ad aderire al WWF e diventare volontari in difesa dell’ambiente della nostra regione”.
L’impegno dell’associazione ha spaziato in tanti settori dalla caccia alle aree protette, dal mare al consumo del suolo, dal verde urbano alla tutela dell’orso marsicano… In ognuno di questi campi si sono registrati problemi, ma anche importanti vittorie.
“È veramente difficile individuare i settori che presentano maggiori criticità”, dichiara Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia. “Volendo scegliere tre situazioni esemplificative non si può che partire dalla salvaguardia dell’Orso Bruno marsicano che richiede un impegno maggiore da parte di tutti: il pericolo di vedere estinguersi questa specie è reale e il tempo a nostra disposizione per invertire la tendenza è poco. L’Abruzzo merita poi un rilancio del suo sistema di parchi e riserve: ritardi nell’individuazione di presidenti e direttori, incertezze sui fondi oltre ad una mancanza di visione complessiva negli ultimi anni hanno un po’ appannato il modello-Abruzzo di promozione e gestione delle aree naturali protette. E infine il mare: l’inquinamento da plastica ha raggiunto livelli preoccupanti aggiungendosi a quello più “tradizionale”. La salvezza del mare dipende da quello che faremo a terra e tutti dobbiamo fare la nostra parte».
Aree protette: un parco commissariato, uno senza guida, uno in perenne attesa …
Il Parco regionale Sirente-Velino è commissariato dal 2015; il Parco nazionale della Majella è privo di presidente e direttore; il Parco nazionale della Costa Teatina, nonostante la perimetrazione sia stata disegnata da più di tre anni, viene tenuto fermo. A tutto questo si aggiunge la cronica mancanza di fondi per le riserve regionali. È necessario un rilancio di tutto il sistema delle aree protette abruzzesi affinché queste possano svolgere il proprio ruolo di conservazione della natura e promozione del territorio.
Fiocco rosa per le Oasi del WWF.
A ottobre è nata una nuova Oasi del WWF in Abruzzo: l’Oasi affiliata Fosso Giardino nel comune di Martinsicuro, prima Oasi urbana in regione e vera e propria porta settentrionale del sistema delle Oasi WWF abruzzesi. Sette ettari dedicati all’educazione ambientale e all’avvicinamento alla natura che si aggiungono alle altre aree protette dal WWF.
Il giorno in cui perdemmo il 5% della popolazione mondiale di orso marsicano.
Il 15 novembre 2018 sarà ricordato come il giorno in cui abbiamo perso il 5% della popolazione mondiale di orso marsicano a causa di una vasca di raccolta delle acque! Al di là delle responsabilità che la magistratura accerterà, è necessario un cambio di passo nella gestione della specie. È ora che la salvaguardia dei 50 orsi rimasti diventi una priorità per tutti. Il WWF da un anno chiede la convocazione degli Stati generali dell’Orso per affrontare a livello nazionale un tema che non può essere gestito in base alle sole esigenze localistiche.
Il mare ci restituisce quello che gli “regaliamo”.
Quella del 2018 è stata l’estate in cui si è finalmente presa coscienza del gravissimo inquinamento da plastica del nostro mare. Se continueremo a sversare plastica ai livelli attuali nel 2050 negli oceani ci sarà più plastica che pesce. “Il mare del futuro” è stata una mostra presentata dal WWF Abruzzo a luglio a Pescara (e poi riproposta in varie località lungo la costa) nell’ambito della campagna “Mare plastic-free” lanciata dall’associazione. I volontari del WWF hanno esposto nel centro della città adriatica una selezione dei rifiuti ritrovati sulle spiagge abruzzesi durante le attività di pulizia a mano: una galleria inquietante di ciò che buttiamo a mare e che il mare ci restituisce.
Acqua del Gran Sasso: tutto fermo, nessuna sicurezza.
A quasi vent’anni da quando il WWF denunciò per primo la presenza di sostanza pericolose nei Laboratori di Fisica Nucleare del Gran Sasso e a oltre un anno e mezzo dall’ultimo incidente che nel maggio 2017 provocò l’interruzione di somministrazione di acqua in quasi tutta la provincia teramana, l’acquifero del Gran Sasso, che rifornisce oltre 700.000 abruzzesi, continua ad essere insicuro. Ancora nessun progetto di messa in sicurezza per risolvere la permeabilità delle gallerie autostradali e dei laboratori, nonostante la stessa Procura di Teramo abbia trasmesso le preoccupanti risultanze della perizia affidata a tre esperti.
Verde urbano e filari lungo le strade: la guerra al verde.
La distruzione dei pini lungo la Piana delle Cinque Miglia è solo la punta dell’iceberg di una guerra che è stata dichiarata al verde urbano e ai caratteristici filari che costeggiano le strade extraurbane. Non passa giorno che piante da sempre presenti nelle nostre città, in alcuni casi anche da più di un secolo, vengano abbattute in pochi minuti. Le piante svolgono un ruolo fondamentale per proteggerci dall’inquinamento, per regolare le temperature in città, ma anche come rifugio per la fauna. Questa distruzione di alberi, filari e siepi rappresenta un gravissimo impoverimento del paesaggio italiano con un peggioramento evidente della qualità della vita negli spazi cittadini.
Vittoria sul Lago di Bomba.
Il parere negativo della Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale del novembre scorso sul controverso progetto di coltivazione di gas sotto il Lago di Bomba (ripresentato sostanzialmente uguale dopo una prima bocciatura) ha rappresentato per il WWF e per tutti coloro che hanno a cuore il nostro territorio una gioia immensa. La speranza è che si sia di fronte alla definitiva archiviazione di un progetto che tiene con il fiato sospeso tanti cittadini fin dal lontano 2010 e che ha visto l’impegno comune di associazioni, comitati locali e istituzioni in difesa del territorio e dei cittadini.
Sentenza-incubo sulla discarica di Bussi.
A settembre una sentenza della Corte di Cassazione, ribaltando le conclusioni della Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila, ha sancito che non ci sono o non sono individuabili colpevoli per quella che è stata definita la discarica abusiva più grande d’Europa. Una situazione paradossale che complica anche le prospettive di bonifica. Dopo 11 anni di processo lo Stato si limita ad accertare che non vi sono responsabilità o che quelle che forse vi erano sono prescritte: una sconfitta della nostra comunità che dovrà farsi carico della non risoluzione del problema e dei suoi costi umani ed economici.
Caccia, per fortuna che c’è il TAR.
La Regione Abruzzo dopo che lo scorso anno aveva mostrato qualche segnale di miglioramento, ripiomba nella solita gestione filovenatoria che vede la fauna come “selvaggina” a disposizione di pochi e non come patrimonio di tutti. Ancora una volta il WWF è stato costretto a ricorrere al TAR Abruzzo che ha annullato la preapertura alla lepre nel mese di settembre. Ulteriori modifiche migliorative erano state disposte dalla Regione dopo la presentazione del ricorso. In ogni caso resta il dato fondamentale: la fauna continua ad essere intesa dalla Regione Abruzzo come l’oggetto di uno svago per i cacciatori.
Natura in città.
Urban Nature è la campagna autunnale del WWF Italia per la scoperta della natura in città. Parchi e giardini di Teramo, Chieti, Lanciano e Avezzano, ma anche il Museo universitario di Chieti hanno consentito a tanti di riscoprire il patrimonio naturale nascosto in città. Un impegno concreto anche per chiedere centri urbani meno inquinati, più a misura d’uomo e meno d’automobile!
Cinghiali: come insistere negli errori senza risolvere nulla.
Negli ultimi decenni la popolazione di cinghiali in Abruzzo così come in gran parte d’Europa, è in costante crescita, nonostante la forte pressione venatoria. Studi scientifici dimostrano che proprio la caccia, colpendo soprattutto gli adulti, innesca fenomeni compensativi e provoca una maggiore diffusione della specie sul territorio. Per questo è assurdo che la Regione Abruzzo continui a credere di poter risolvere il problema dei danni alla colture affidandosi ai cacciatori che, oltre ad essere i responsabili dell’introduzione di cinghiali dall’est europeo, sono la categoria meno interessata a risolvere il problema visto che vogliono sempre più cinghiali da cacciare.
SalvaFratino Abruzzo: una specie che cerca protezione.
Dal mese di marzo i volontari del Progetto Salvafratino Abruzzo sono stati nuovamente al lavoro sulla costa della nostra regione. Il Progetto, nato alcuni anni fa dalla collaborazione tra il WWF Abruzzo e l’Area Marina Protetta della Torre di Cerrano, è finalizzato alla salvaguardia del Fratino, piccolo uccello trampoliere nidificante anche sulle spiagge abruzzesi. Questa specie, in consistente diminuzione in tutta Europa, è minacciata dalla cementificazione della costa, dalle operazioni meccaniche di pulizia delle spiagge che finiscono per distruggere i nidi, da cani e gatti vaganti o da predatori naturali come le cornacchie che mangiano le uova deposte.
Consumo del territorio: ci stiamo “mangiando” l’Abruzzo.
Il Rapporto 2018 ISPRA-SNPA sul “Consumo di Suolo in Italia 2018” ha visto l’Abruzzo in linea con il trend negativo italiano: oltre un terzo della fascia costiera risulta cementificata ed è pesante anche l’occupazione delle aree collinari (21,7%). La “regione verde d’Europa” non si differenzia dal resto della penisola con 549 Kmq complessivamente artificializzati (il 5,08% della superficie regionale) e un incremento annuo del 0,22% (dato nazionale: 0,23%). Il litorale risulta la zona più depauperata: considerando la fascia di territorio compresa entro i 300 metri dalla linea di costa, l’Abruzzo si colloca tra le regioni con i valori di cementificazione più alti (36,6%) al pari di Emilia Romagna e Lazio e fa meno peggio solo di Liguria e Marche che raggiungono quasi il 50%.
In bicicletta sul corridoio verde per la mobilità sostenibile.
Come è tradizione, per l’ottavo anno consecutivo, gli amanti della bicicletta si sono dati appuntamento il 2 giugno per la Biciclettata Adriatica, la manifestazione su due ruote per promuovere la mobilità sostenibile. Tantissimi i partecipanti che, partiti a nord da San Benedetto del Tronto e a sud da Francavilla, si sono dati appuntamento a Pineto presso l’Area Marina Protetta Torre del Cerrano. Ad oggi, nonostante i progetti per la realizzazione del tratto abruzzese della Ciclovia Adriatica siano stati tutti finanziati, mancano all’appello ancora diversi tratti di ciclabile e i ponti, primo tra tutti quello che unirà Marche e Abruzzo (ma anche il ponte sul Vomano, i cui lavori, purtroppo, vanno a rilento).
L’Ora della Terra è scoccata anche in Abruzzo.
Il 24 marzo è scoccata anche in Abruzzo l’Ora della Terra (Earth Hour), la più grande mobilitazione ambientalista organizzata dal WWF Internazionale a livello mondiale per combattere i cambiamenti climatici. Dalle 20.30 alle 21.30 le luci di tanti luoghi simbolo del Pianeta si sono spente per un’ora e anche la nostra regione ha fatto la sua parte. In Abruzzo si sono svolti quasi 50 eventi per celebrare un impegno che deve durare tutto l’anno!
La storia infinita di Megalò.
La costruzione di un centro commerciale in quella che era un’area di esondazione del fiume è di per sé una scelta sbagliata, resa possibile nel caso di Megalò da una legge regionale in contrasto con la normativa nazionale ed europea rimasta in vigore per pochi mesi e grazie alle quale è stata evitata la procedura di valutazione di impatto ambientale. A quell’errore si cerca da anni di aggiungerne altri con ulteriori edifici. Il WWF, insieme ad organizzazioni di categoria, altre associazioni e tantissimi cittadini, si batte per impedirlo. Nel prossimo febbraio il TAR dovrà pronunciarsi su una serie di ricorsi incrociati. In fiduciosa attesa del verdetto della magistratura, resta sempre l’amarezza per la miopia della politica anche in questo caso incapace di valutazioni a lungo termine che sappiano davvero tutelare la sicurezza e l’economia dei territori.
Un passaporto per le Oasi WWF.
Lanciato nel 2018 il “Passaporto delle Oasi”, un innovativo strumento di promozione delle riserve, del territorio che le ospita e dell’economia sostenibile. Il “passaporto” è un libretto che contiene le informazioni base sulle Oasi WWF dell’Abruzzo: come raggiungerle, le attività che vi si possono svolgere, la flora e la fauna presenti, ma anche notizie su ristoranti, pizzerie, osterie, alberghi, B&B, produttori/rivendite di prodotti tipici.
La vigilanza WWF in campo: nuove guardie volontarie.
Dopo tanti anni nel 2018 è stato finalmente possibile svolgere un nuovo corso per guardie volontarie WWF. Oltre trenta partecipanti hanno seguito una lunga e impegnativa serie di lezioni, superando l’esame finale. Nel 2019 si potrà così contare su nuove forze che andranno ad affiancare su tutta la regione gli storici nuclei della vigilanza WWF di Chieti e Pescara. E ovviamente tutti coloro che sono interessati possono rivolgersi al WWF per prenotarsi per i prossimi corsi di formazione.
Un metanodotto e una centrale a rischio sismico.
26 Comuni, una Provincia, una Regione, tre associazioni ambientaliste nazionali e un comitato di cittadini: sono questi i firmatari di un appello al Governo affinché riveda l’attuale progetto del gasdotto Snam Massafra-Minerbio con relativa centrale di compressione a Sulmona. Il contestato progetto va ad insistere nell’area a più alto rischio sismico dell’Appennino, oltre ad attraversare aree protette di livello nazionale ed europeo. Finora i governi precedenti sono stati sordi alle richieste delle istituzioni regionali, delle comunità locali e della società civile: vedremo cosa farà il governo del cambiamento. Nel frattempo, il WWF, così come tanti altri enti e associazioni, ha presentato ricorso al TAR.