Nella sala degustazione erano presenti anche tre bottiglie di Trebbiano d’Abruzzo, della vendemmia 1972, le prime con il certificato, prodotte dal vignaiolo Edoardo Valentini di Loreto Aprutino. Il Trebbiano, nella sua storica denominazione regionale, al pari del Montepulciano, rappresenta un vanto enologico per l’intera regione. La denominazione di origine controllata risale al 1972, sulla scia del combattuto riconoscimento della Doc Montepulciano, avvenuta nel 1968, e grazie all’accordo delle Camere di commercio abruzzesi con la Camera di commercio di Pescara, presieduta da Giustino De Cecco, a fare da capofila; fondamentale fu, allora, come già per il Montepulciano, l’impegno e la relazione storica e tecnica di Edoardo Valentini, produttore modello, in quegli anni vice presidente dell’Unione Agricoltori per la provincia di Pescara.
“E’ un momento particolare per il nostro comparto vitivinicolo abruzzese: festeggiamo i primi 50 anni della Doc Trebbiano d’Abruzzo e lanciamo il nuovo modello di promozione dei nostri vini – ha esordito il vice presidente Emanuele Imprudente -. Ripartiamo da questo vitigno straordinario, ha delle potenzialità enormi, potenzialità che potranno valorizzare l’intero sistema enologico. I nostri vini sono la forza del territorio abruzzese – ha incalzato Imprudente -. Ringrazio il Consorzio tutela vini d’Abruzzo per la collaborazione e per le attività messe in campo in questi anni per promuovere il comparto.
Le autorità che hanno approvato e certificato i nostri disciplinari – osserva ancora Imprudente – hanno definito il nostro sistema un “modello Abruzzo”, per le caratteristiche e le prerogative, dove al centro c’è l’identità territoriale. Ripartiamo quindi con determinazione: il Trebbiano, con le sue qualità e la sua storia, dovrà essere il valore aggiunto per valorizzare l’intero sistema vitivinicolo abruzzese”.