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Abruzzo

Turismo, alla Bit l’Abruzzo presenta l’offerta per vivere l’esperienza dei riti pasquali FOTO

Autenticità e tradizioni, sono le due parole chiave dell’offerta turistica che la Regione Abruzzo ha ideato per la Settimana Santa, una proposta di turismo esperienziale e di scoperta legata al fascino di antichi riti pasquali, presentata alla Bit di Milano.

 

La antichissima (risalente al 1650, secondo altre fonti addirittura all’842) Via Crucis del Venerdì Santo a Chieti, la Madonna che scappa a Sulmona, la Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo a Gessopalena, la Processione degli Incappucciati a Lanciano, sono solo alcune delle suggestive e ormai internazionali celebrazioni che in tutto l’Abruzzo si tengono nel periodo pasquale. Con un ideale itinerario che va dal mercoledì santo al martedì successivo, attorno a questi appuntamenti religiosi vengono proposti percorsi legati allo straordinario patrimonio culturale e religioso abruzzese come la Scala Santa di Campli, di cui pochi giorni fa è stato celebrato il 248° anniversario, o la Basilica di Collemaggio di L’Aquila e la Perdonanza Celestiniana, recentemente dichiarata dall’UNESCO Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità.

 

“I riti della settimana Santa – ha sottolineato l’assessore regionale Mauro Febbo nel corso della conferenza stampa alla Bit – raccontano da sempre l’Abruzzo più autentico dove è possibile fare esperienza della cultura e della tradizioni più genuine. Vogliamo valorizzare questi momenti per la nostra gente e per quanti vorranno venire a scoprire la nostra storia più autentica”. È già attiva la prima area web dedicata alla Pasqua e alla Settimana Santa in Abruzzo, che fungerà da modello per la creazione di altri programmi dedicati all’Abruzzo Autentico. L’area web proporrà ai turisti gli eventi legati al periodo pasquale e i punti di interesse fruibili durante la Settimana Santa, con un’offerta specifica marchiata Pasqua in Abruzzo.

 

Qui di seguito un percorso tipo dal mercoledì Santo al martedì dopo Pasqua

 

Mercoledì 8 aprile La sera del Mercoledì Santo nel borgo medievale di Gessopalena (Chieti) che si erge su uno sperone gessoso che domina la valle dell’Aventino, si rivive la Crocifissione del Signore, scena madre della celebre Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo, giunta alla XXXVII edizione. Alcune scene vengono recitate in piazza e sul sagrato della chiesa de’ Raccomandati, mentre la Crocefissione va in scena sulla sommità del Paese Vecchio, autentico museo a cielo aperto, scavato nel gesso.

 

Giovedì 9 aprile. La sera del giovedì santo a Lanciano (Chieti) si ripete la suggestiva Processione degli Incappucciati, che risale al XVI secolo. I Confratelli di San Filippo Neri procedono lentamente in corteo per il centro storico, vestiti con lunghe tonache nere e medaglioni con simboli di morte, con il volto incappucciato, vivendo un atto di penitenza per il tradimento di Cristo. Al centro del corteo il “Cireneo”, che cammina scalzo e incappucciato, portando sulle spalle una croce. Nessuno, tranne il Priore della Confraternita che ogni anno lo sceglie, conosce l’identità del Cireneo. A Lanciano è possibile visitare la Chiesa di San Francesco, che conserva la testimonianza del più antico Miracolo Eucaristico del mondo cattolico. Da Lanciano poi ci si può spostare sulla Costa dei Trabocchi, puntellata dalle antiche macchine da pesca in legno (i Trabocchi) che sembrano sentinelle a guardia della costa. Sulle colline di Fossacesia (Chieti), a dominare la Costa dei Trabocchi, l’Abbazia di San Giovanni in Venere, capolavoro di architettura sacra medioevale, eretta dai monaci benedettini sui resti di un antico tempio pagano dedicato a Venere Conciliatrice.

 

Venerdì 10 aprile. La Via Crucis a Chieti muove dalla Cattedrale di San Giustino percorrendo le vie del centro storico illuminate da fiaccole accese su tripodi in ferro battuto. Originariamente il corteo era composto da soli tre simboli: uno stendardo in damasco nero, una morte a grandezza naturale e la statua del Cristo Morto. Nel 1833 fa la sua apparizione la statua della Vergine Addolorata. I sette “Simboli” o “Trofei” della Passione, risalenti al 1855, raffigurano i momenti della Passione di Cristo: l’Angelo, le Lance, la Colonna con il gallo, il Volto Santo, il Sasso, la Scala, la Croce. Durante la processione, il coro e l’orchestra dell’Arciconfraternita eseguono il Miserere del musicista teatino Saverio Selecchy. A Chieti merita una visita il Museo Archeologico Nazionale La Civitella, che racconta la storia di Chieti e dell’Abruzzo dalla Preistoria all’Ottocento, con allestimenti moderni, proiezioni mulimediali, giochi di luce e musiche. Altre suggestive processioni del Venerdì Santo si svolgono a Teramo dove si celebra “La sofferenza di Maria in cerca di suo figlio” (alle quattro del mattino), a L’Aquila, a Lanciano e a Sulmona.

 

Sabato 11 aprile. Il Sabato Santo a Barrea (Aquila) va in scena la rievocazione delle ultime ore della vita di Cristo, dall’ingresso in Gerusalemme alla crocifissione. Soggiornando nel delizioso borgo di Barrea merita una visita l’omonimo Lago, nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e tra le vette dell’Appennino. Domenica 12 aprile Solenne e gioiosa è l’atmosfera della Domenica di Pasqua a Sulmona (Aquila). In Piazza Garibaldi la folla assiste alla celebre manifestazione di origine medievale “La Madonna che scappa”, che rievoca la Resurrezione di Cristo con una funzione unica nel suo genere. In uno dei lati della piazza viene sistemata la statua del Cristo Risorto. Dalla parte opposta, all’interno della Chiesa di San Filippo si trova la statua della Madonna vestita a lutto che esce e raggiunge con passo lento e incerto il centro della piazza, come incredula. Ma quando riconosce il Figlio risorto parte con una corsa sfrenata, durante la quale perde il mantello nero del lutto e le resta il vestito verde. Nei dintorni di Sulmona, sicuramente da non perdere l’Abbazia celestianiana di Santo Spirito a Morrone in località Badia Morronese. Le origini del complesso sono legate a Papa Celestino V, al quale è legato anche uno degli eremi più spettacolari della regione. Incastonato su una grande parete rocciosa del Monte Morrone, sorge in località Badia l’Eremo di Sant’Onofrio. Bellissimo anche l’Eremo di San Bartolomeo in Legio, nel a Roccamorice (Pescara), mimetizzato nella roccia, a 700 metri di altitudine, nel Vallone di Santo Spirito nel Parco Nazionale della Majella.

 

Lunedì 13 aprile. La classica gita fuori porta di Pasquetta è a Manoppello (Pescara) e al suo Santuario che custodisce quello che è riconosciuto come il vero Volto di Gesù Cristo, dal 1646 esposto alla venerazione dei fedeli. Si tratta di un velo tenue che riporta l’immagine di un viso maschile con i capelli lunghi e la barba divisa a bande. Caso unico al mondo: l’immagine è visibile identicamente da ambedue le parti. Alla fine degli anni settanta la suora trappista Blandina Paschalis Schloemer, esperta iconografa, scoprì che il Volto della Sindone di Torino e quello di Manoppello combaciavano perfettamente, perché entrambi i tessuti erano stati adagiati sulla salma di Gesù. Nei dintorni, immersa tra i boschi di Serramonacesca (Pe), l’Abbazia di San Liberatore a Majella rappresenta uno dei più significativi esempi di architettura romanica abruzzese e una delle più antiche chiese medievali benedettine. Costruita con la pietra calcarea della Majella, è uno scrigno che conserva innumerevoli tesori.

 

Martedì 14 aprile. Nel Martedì dopo Pasqua, Orsogna (Chieti) rivive la scenografica sfilata di sette carri allestiti con sacre effigi ispirate alla Bibbia. La Festa dei Talami, divenuta nel 2011 “Patrimonio d’Italia per la tradizione”, si svolge ogni anno e richiama migliaia di persone attratte da uno spettacolo che coniuga il teatro con la devozione popolare. Su ogni talamo, attori giovani e adulti – immobili davanti a un fondale affrescato, posto sotto una raggiera alla quale è legata una bambina che impersona la Madonna – interpretano scene ispirate al Vecchio e al Nuovo Testamento. Anche Corropoli (Teramo) celebra la risurrezione di Cristo con la rappresentazione della corsa di San Pietro e San Giovanni al sepolcro di Gesù, per verificare che fosse vuoto come aveva detto loro Maria di Magdala. A Campli (Te), si può ammirare la Scala Santa istituita nel 1772 grazie a un Privilegio Pontificio di Clemente XIV. Una scala di 28 gradini da salire rigorosamente in ginocchio. La ricompensa è l’assoluzione, e in alcuni giorni dell’anno, l’Indulgenza Plenaria. Oppure si può visitare Civitella del Tronto (Teramo), aristocratica e pittoresca cittadina d’arte sovrastata dalla Fortezza Borbonica.