Sono circa 300 quelle accertate dai militari, per un totale di 400 mila euro di ‘profitto’, messe a segno dalla banda, ritenuta ben organizzata nei ruoli e nella logistica, visto che
aveva al suo interno funzioni predefinite e cambiava continuamente zona di intervento.
Gli indagati, consultando gli elenchi telefonici sul web reperivano nominativi e relativi numeri di persone alle quali gli interlocutori rappresentavano un falso e grave incidente stradale in cui era rimasto coinvolto un parente della vittima, solitamente un figlio o un nipote. Con somme di denaro o preziosi da consegnare ad un ‘esattore’ in zona, per evitare “gravi conseguenze giudiziarie”.