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Abruzzo

Terremoto centro Italia, manifestazione a Roma per protestare contro il Governo

I terremotati del Centro Italia torneranno in piazza il prossimo 18 maggio, a Roma, in piazza Montecitorio, per una nuova massiccia mobilitazione contro quello che il coordinamento dei comitati civici che rappresentano i territori di Lazio, Abruzzo, Marche e Umbria colpiti dai fenomeni sismici del 2016 hanno definito “l’ennesimo Governo assente, che promette e non mantiene, e lascia al proprio destino un territorio cosi’ vasto dell’Italia Centrale. Siamo stanchi di chi usa i soldi destinati ai terremotati come bancomat per altri fini, stanchi di passerelle e selfie – si legge in una nota diramata in questi minuti dal coordinamento – per questo abbiamo deciso di scendere in piazza e manifestare a Roma, il 18 maggio, invitando tutti coloro che condividono le nostre ragioni a sostenerci”.

E ancora: “C’e’ una parte dell’Italia dove il tempo si e’ fermato. Nel cuore dell’Appenino la ferita del sisma e’ ancora aperta. Noi non abbiamo governi amici. Siamo scesi in strada nei nostri territori, siamo scesi in piazza a Roma, abbiamo protestato ma abbiamo anche proposto. Abbiamo scritto emendamenti alle leggi, partecipato ad infinite riunioni, i governi si sono alternati ma la risposta e’ stata sempre la stessa: una ricostruzione inesistente, un modello di ricostruzione che e’ imploso su se stesso e che andrebbe cambiato radicalmente perche’ inadatto, la mancanza di visione e programmazione a medio termine. Insomma l’assenza del Governo, quelli di prima e quelli in carica che solo un anno fa avevano promesso cose che poi non hanno mantenuto. Ed intanto il Centro Italia colpito dal terremoto continua a morire lentamente giorno dopo giorno da ben 2 anni e mezzo – scrivono ancora i comitati civici delle zone terremotate – perche’ chi aveva un lavoro non lo ha piu’. Migliaia di posti di lavoro, aziende artigiane, agricole, commercianti, costretti a chiudere con pochissime possibilita’ di riaprire. Perche’ chi lo ha ancora, inizia a perdere la speranza in un futuro di queste terre, soprattutto i giovani”.