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Abruzzo

Tasse sulle imprese. Spoltore e Lanciano le più virtuose, Roseto e Sulmona le più care

Diciannove giorni di guadagni in più l’anno per sé e la propria famiglia. E’ la fortunata condizione dei piccoli imprenditori di Spoltore e Lanciano rispetto ai loro colleghi di Roseto o Sulmona, secondo quanto emerge dalla ricerca della CNA nazionale “Comune che vai, Fisco che trovi”, giunta al sesto anno di vita, e presentata questa mattina a Pescara dal suo curatore, il responsabile dell’Area fiscale della confederazione artigiana, Claudio Carpentieri.

 

La ricerca intende rispondere ad alcune semplici domande: in che giorno dell’anno un piccolo imprenditore inizia a lavorare per sé anziché per il suo “socio occulto”, lo Stato? Quanto incide complessivamente sul reddito d’impresa il prelievo fiscale realizzato da Stato, Regione ed Enti locali con le rispettive tasse, ovvero Imu, Tasi, Tari; Irap, Ivs, addizionali regionali e comunali? Quanto reste in tasca alla fine del prelievo?
Lo studio, così strutturato, passa in rassegna i bilanci di dodici amministrazioni comunali (oltre ai quattro capoluoghi di Provincia, Chieti, L’Aquila, Pescara e Teramo, anche i due centri di maggiori dimensioni di ciascuna Provincia, ovvero Lanciano, Vasto, Avezzano, Sulmona, Montesilvano, Spoltore, Giulianova e Roseto) applicando a una piccola impresa parametri standard: 431mila euro di ricavi; costo del personale per quattro operai e un impiegato fissato a quota 165mila euro; costo del venduto stimato a 160mila euro; costi ed ammortamenti vari per 56mila euro; reddito d’impresa da 50mila euro; laboratorio di 350 metri quadrati o negozio da 175.

Saltano così fuori due distinte classifiche. La prima stabilisce quale sia il cosiddetto “Tax Free Day”, ovvero il giorno dell’anno in cui l’imprenditore inizia a lavorare per sé e smette di lavorare per il Fisco; la seconda, quale sia invece il “Total Tax Rate” (in Italia, in media, del 59,7%, in Abruzzo del 59,9%), ovvero l’ammontare complessivo sul reddito prodotto del prelievo. La ricerca – che ha laureato Bolzano come città più virtuosa d’Italia, relegando in fondo alla graduatoria Reggio Calabria – ha stabilito dunque le gerarchie nel territorio abruzzese: migliore performance assoluta per Spoltore (tax free day il 29 luglio; percentuale totale di pressione fiscale pari al 57,8%; reddito disponibile pari a 21.085 euro, 38esimo posto assoluto in Italia su 141 Comuni esaminati); Lanciano (29 luglio; 57,9%; 21.060 euro; 40esimo posto); L’Aquila (30 luglio; 58,0%; 21.017; 42esimo posto); Teramo (31 luglio; 58,4%; 20.819; 49esimo posto); Vasto (2 agosto; 58,9%; 20.549; 61esimo posto); Avezzano (2 agosto; 58,9%; 20.012; 62esimo posto); Chieti (4 agosto; 59,4%; 20.296; 75esimo posto); Giulianova (7 agosto; 60,3%; 19.851; 90esimo posto); Pescara (9 agosto; 60,8%; 19.582; 96esimo posto); Montesilvano (14 agosto; 62,1; 18.958; 112esimo posto); Sulmona (16 agosto; 62,9%; 18.565; 121esimo posto); Roseto (17 agosto; 63,1%; 17.490; 130esimo posto).

Va detto che rispetto a dodici mesi fa, tutti i comuni hanno migliorato i rispettivi risultati. Balza agli occhi, ad esempio, il risultato che ha permesso a Lanciano di “guadagnare” una settimana (era il 5 agosto), ma anche alla Cenerentola Roseto (era il 25 agosto), dove però finiscono in tasca oltre 3mila 500 euro di reddito rispetto ai colleghi di Spoltore. Così come l’abbattimento delle pressione fiscale, superiore o vicino ai due punti in tutti gli altri, suona di evidente buon auspicio, anche se la motivazione fondamentale dello sconto applicato al prelievo va individuata nei maggiori sgravi concessi dallo Stato, grazie all’innalzamento al 50 per cento della deducibilità Imu sugli immobili strumentali introdotta dalla Legge di Bilancio 2019. Su pressione, tra gli altri, della CNA che ne ha fatto un cavallo di battaglia.

 

La proposta. Ridurre la tassazione sul reddito delle imprese personali e sul lavoro autonomo; rivedere l’Irpef su autonomi e imprese personali; anticipare dal 2019 la piena deducibilità dell’Imu sugli immobili strumentali; aumentare la franchigia Irap almeno a 30mila euro; rivedere i criteri per i valori catastali; agevolare il passaggio generazionale delle imprese individuali; evitare di spostare sulle imprese gli oneri dei controlli attraverso l’uso intelligente della fatturazione elettronica. Sono le proposte della CNA per ridurre la pressione fiscale a carico delle piccole imprese italiane, che il sesto rapporto “Comune che vai, Fisco che trovi” fotografa.

 

Alla presentazione di questa mattina a Pescara, con il responsabile nazionale dell’area fiscale della confederazione artigiana, Claudio Carpentieri (“Con il nostro Osservatorio nazionale – ha detto tra l’altro – abbiamo individuato criteri chiari per soppesare la pressione fiscale nei vari comuni italiani. Di fatto, dal 2011, anno in cui abbiamo avviato l’indagine, ad oggi, abbiamo uno strumento che permette di monitorare nel tempo e nello spazio l’evoluzione della tassazione a carico delle imprese”), c’erano il presidente Savino Saraceni (“Questa pressione fiscale così accentuata mina lo sviluppo stesso del territorio”) e il direttore Graziano Di Costanzo (“Occorre trovare un sistema di tassazione europeo, in modo anche da combattere i fenomeni di evasione fiscale”). Diversi le amministrazioni comunali interessate dallo studio presenti all’incontro.

 

Con il sindaco di Spoltore Luciano Di Lorito, e la sua Vice Chiara Trulli, c’erano anche l’assessore al Bilancio del Comune di Pescara, Eugenio Seccia, l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Chieti, Emilia De Matteo, l’assessore al Bilancio e Finanze del Comune di Lanciano, Carlo Orecchioni, l’assessore al Bilancio del Comune di Montesilvano, Deborah Comardi. Ai presenti è arrivata anche una nota di saluto del Sottosegretario di Stato ai Rapporti con il parlamento, Gianluca Castaldi, che si è soffermato su alcuni aspetti riguardanti possibili misure fiscali a vantaggio delle imprese: “Non basta intervenire sul cuneo fiscale sui redditi dei lavoratori dipendenti, ma pensiamo anche qualche misura rivolta alle imprese. Il costo del lavoro è infatti uno dei fattori che inibisce le assunzioni e che quindi è tra le cause dirette del fenomeno della disoccupazione. Come ha detto il sottosegretario Misiani è “ragionevole anticipare da subito la piena deducibilità dell’Imu sugli immobili strumentali, come capannoni e laboratori”.