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Superbonus e riqualificazione energetica: rischio paralisi se non si interviene

Abruzzo. Un confronto urgente sui gravi problemi generati dal blocco della cessione dei crediti sul Superbonus.

 

Ma anche sulle possibilità positive che possono derivare dal raggiungimento degli ambiziosi obiettivi internazionali ed europei sull’efficientamento energetico e sulla sostenibilità ambientale: temi in agenda del mondo delle imprese e dei sindacati dei lavoratori, che insieme alla messa in sicurezza antisismica e idrogeologica, possono contribuire a riqualificare il patrimonio abitativo e a far uscire l’intero comparto edilizio abruzzese dall’impasse in cui rischia di precipitare.

Lo chiede in una lettera indirizzata alla Regione, ai quattro prefetti ed ai sindaci dei maggiori comuni della nostra regione un vasto schieramento di rappresentati delle principali sigle del mondo dell’impresa delle costruzioni (Agci, Ance, Aniem, Casartigiani, Claai, Cna, Confartigianato, Confcooperative, Legacoop), ma anche del sindacato dei lavoratori del comparto (Fillea-Cgil, Filca Cisl e Feneal-Uil): “Il decreto approvato dal Consiglio dei Ministri il 16 febbraio interrompe improvvisamente ed inaspettatamente la cessione dei crediti e lo sconto in fattura e non risolve il problema dei crediti incagliati legati ai bonus edilizi. Secondo le stime del Governo, si tratta di 19 miliardi di euro, già maturati, che se non pagati mettono a rischio 90.000 cantieri di ristrutturazione delle case delle famiglie italiane in corso in tutta Italia» esordisce la nota.

A detta dei dodici firmatari, “la sottovalutazione di questo problema rischia di condannare il nostro Paese a una brusca frenata e a un pericoloso crollo di fiducia. Una vera e propria bomba ad orologeria che rischia di creare danni enormi per lavoratori, famiglie e imprese. Il blocco del mercato della cessione dei crediti fiscali sta infatti creando una vera e propria crisi sistemica nell’economia italiana: l’impossibilità di cedere sul mercato i bonus determina una carenza di liquidità nelle imprese di tutta la filiera delle costruzioni che le porterà, a brevissimo, al fallimento. I posti di lavoro a rischio sono decine di migliaia”.

Pesanti – nelle previsioni dei sottoscrittori della richiesta, se non si interverrà con misure mirate – gli effetti di tutto questo; effetti che “si estenderanno a tutti i settori collegati, ma colpiranno anche le famiglie beneficiarie degli interventi, con il rischio di decine di migliaia di contenziosi con i soggetti realizzatori e con le Autorità preposte ai controlli.

Un quadro a tinte fosche, come detto, cui però il pool di sigle associa anche una proposta che guarda in avanti, ovvero alle opportunità collegate «agli ambiziosi obiettivi internazionali ed europei sull’efficientamento energetico e sulla sostenibilità ambientale, che impongono stabili strumenti di sostegno pubblico di medio e lungo termine per intervenire sul nostro patrimonio edilizio, tra i più vetusti ed energivori del continente, esposto ad elevatissimi rischi sismici ed idrogeologici; e che per gli immobili energivori di famiglie a basso reddito, e dunque incapienti, risulterà necessario confermare strumenti quali la cessione del credito e lo sconto in fattura”.