“Da mesi invochiamo assunzioni per gestire i servizi sanitari connessi alla pandemia con personale competente e che conosce bene la trincea operativa, perché in molti casi precario da anni – continua l’ex assessore alla Sanità questo a riscontro di un pesante utilizzo dei contratti interinali, a cui la Regione è ricorsa nei mesi scorsi e alla pratica delle esternalizzazioni fin qui effettuate, prassi che dovrebbe essere adottata soltanto in regime di urgenza e provvisorietà e che con l’uscita dal commissariamento dovrebbe tornare alla reinternalizzazione proprio a tutela del personale coinvolto.
Perché il ricorso a servizi in appalto ha offerto sì opportunità lavorative, ma ha anche fatto emergere, nel medio-lungo termine, criticità importanti sotto l’aspetto del dumping retributivo. L’invito è quello ad aprire un confronto sul fabbisogno di personale, per tornare a servizi interni e procedere in modo diretto alle assunzioni.
Questo tenuto conto anche del know-how maturato negli anni dal personale in servizio presso i soggetti privati affidatari dei servizi esternalizzati e delle diseguaglianze tra quest’ultimi e il personale direttamente contrattualizzato dalle Aziende Sanitarie locali. Si tratta di un argomento sentito a livello sociale e che attende di essere approfondito e ripreso con forza su un tavolo di confronto attivato e poi dimenticato al Dipartimento Salute e Welfare della Regione Abruzzo così come più volte richiesto anche dalla Fp CGIL di Chieti con numerose note inviate nei mesi scorsi e di cui sono stato messo a conoscenza. E’ necessario procedere e rendere operativa quella sede di confronto in cui si potrebbero proprio concordare strumenti e azioni necessarie a tutelare diritti, conoscenze acquisite e prestazioni di lavoro dei lavoratori ingaggiati per il Sistema Sanitario Regionale mediante soggetti privati”.