“L’audizione di Camillo D’Angelo, neo Presidente della Provincia di Teramo e dell’Assemblea dei Sindaci del Servizio Idrico Integrato provinciale a cui va il mio augurio di buon lavoro, è servita per ascoltare il suo punto di vista sulla gestione territoriale della Ruzzo Reti. Il Presidente ci ha detto di aver visto un cambio di passo sugli investimenti negli ultimi anni, ma ha voluto evidenziare anche le costanti criticità che colpiscono le aree interne, che necessitano urgenti interventi strutturali sulle reti. Il Comitato Cittadini Uniti – Delegazione di Spoltore ha portato all’attenzione della Commissione, tra i vari temi, problematiche su perdite idriche dovute anche a un utilizzo non ben progettato delle autoclavi”.
Sul tema agricoltura emerge invece una situazione di criticità generalizzata, con il rischio di un disastro ambientale in alcune aree ben precise, come quella del Fucino: “Studi condotti per decenni dall’ARSA – si legge in un estratto della relazione messa agli atti della Commissione da Confagricoltura, esposta nel corso della seduta odierna – hanno calcolato che per alimentare l’obsoleto sistema irriguo del Fucino occorre prelevare dalle falde non meno di 24 milioni m³ di acqua di cui il 50% per coprire il fabbisogno delle colture ed il 50% per coprire il deficit idrico del suolo e dell’evapotraspirazione, l’acqua sprecata. I prelievi di falda sono sconsigliati da tutte le normative comunitarie. Si sommano così ad acqua buttata nei canali dove confluisce quella proveniente dai depuratori, assenza di misuratori, uso di gasolio per alimentare pompe e trattori. Si profila un vero disastro ambientale con i costi e rischi a carico degli agricoltori costretti a utilizzare una risorsa pregiata in modo sbagliato. Ogni ulteriore ritardo nel dotare il Fucino di un razionale impianto irriguo perpetuerà lo spreco di acqua pregiata nell’ordine 10/15 milioni m³ allontanando l’obiettivo che vogliono le norme comunitarie ed il buon senso”.
“La situazione è evidentemente molto grave – commenta il Presidente Marcozzi – perché i due terzi dell’acqua in Abruzzo è impiegata in ambito agricolo. Va da sé quindi che le maggiori criticità in tema di dispersioni, sprechi, costi energetici e contaminazioni vanno ricercate e risolte proprio in quest’ambito. Inoltre, non meno importante, utilizzare acqua di qualità per le nostre colture è fondamentale per la qualità dei cibi che portiamo sulle nostre tavole. Numerose problematiche su carenze infrastrutturali e necessità di ottimizzare la gestione idrica nell’ambito agricolo sono state evidenziate anche dai Consorzi di Bonifica Nord e Sud intervenuti nella Commissione. Devo constatare con rammarico l’assenza ingiustificate dei Consorzi di Bonifica Centro, Interno e Ovest”.
“Quello che emerge è un quadro su cui è necessario mettere ordine una volta per tutte. La Commissione d’Inchiesta sull’Emergenza Idrica sta lavorando in questo senso, affrontando nel modo più concreto possibile problematiche stratificatesi nei decenni sul nostro territorio. Il documento finale che lasceremo a Regione Abruzzo dovrà rappresentare un punto di partenza, una fotografia da cui ripartire per trovare finalmente soluzioni a problemi che, col passare degli anni, saranno sempre urgenti nel combinato disposto tra dispersioni idriche e cambiamenti climatici. Per questo, nelle poche settimane che rimangono a nostra disposizione, non lasceremo nulla di intentato, analizzando anche esperienze virtuose di altre regioni d’Italia”, conclude Marcozzi.