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Reti idriche, Forum H2O: fondi Pnrr spesi in digitalizzazione

È notizia del 25 agosto l’arrivo di 55 milioni in Abruzzo, derivati dal PNRR, finalizzati alla riduzione delle perdite del sistema di distribuzione idrica.

 

Lo annuncia Luciano D’Alfonso, aggiungendo che parte di questi fondi saranno destinati ai progetti di digitalizzazione delle reti. La conferma arriva anche dalla presidente dell’ACA Giovanna Brandelli, che parla di 3 milioni da destinare alla creazione di una mappatura digitale della rete idrica, in modo da rilevare a distanza i punti in cui le tubazioni perdono e poter intervenire sul guasto.

Su questo punto rileviamo la prima incongruenza, dal momento che secondo D’Alfonso i fondi destinati all’ACA ammontano a 15 milioni, ci si chiede quindi in che modo saranno spesi dalla società idrica i restanti 12 milioni.

Tuttavia, non si limitano qui gli interrogativi e i dubbi che sorgono leggendo le dichiarazioni della politica e del gestore, in quanto appare sempre più evidente il totale distacco dalla realtà delle cose da parte di chi dovrebbe una volta per tutte intervenire drasticamente su un’infrastruttura che fa letteralmente acqua da tutte le parti, sprecando circa la metà delle risorse idriche convogliate in acquedotto dalle sorgenti. Condizioni del genere non sono più tollerabili in un mondo che deve fare seriamente i conti con la crisi climatica e le inevitabili conseguenze negative sulla quantità di risorse su cui si potrà contare nei prossimi anni. È impensabile che il denaro pubblico a disposizione non sia speso nella sua totalità per ammodernare la rete dal punto di vista strutturale, sostituendo tubazioni le cui perdite sono talmente evidenti, ora come ora, da essere visibili ad occhio nudo senza l’ausilio di costosi strumenti tecnologici, i quali potrebbero entrare in gioco ed essere implementati nel momento in cui le perdite non saranno più, ci si augura, tanto macroscopiche.

La soluzione alla scarsa efficienza delle reti idriche non può e non deve essere una continua manutenzione delle condotte per tamponare la situazione, con tanto di digitalizzazione della rete. Chiediamo alla Regione, alle società di gestione e all’ERSI seri progetti di intervento sull’infrastruttura, un programma di sostituzione delle reti acquedottistiche ad uso umano e produttivo, con realizzazione di impianti di recupero e depurazione delle acque reflue per uso irriguo e industriale, la realizzazione di invasi per la raccolta delle acque piovane a scopi irrigui e la costruzione di reti duali di adduzione al fine di utilizzare acqua meno pregiata per usi compatibili, abbattendo così i consumi di acqua potabile.

Ribadiamo infine l’importanza di rendere pubblici i progetti di efficientamento delle reti, passando ad una gestione trasparente di una partita, quella dell’acqua, che riteniamo non possa restare confinata tra le mura di Palazzo ma debba coinvolgere attivamente tutti gli stakeholders, primi fra tutti i cittadini, i quali devono poter contare su un’infrastruttura idrica che sia al passo con i nuovi e difficili tempi che ci attendono dal punto di vista climatico.