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Recovery Fund: parte l’assalto alle montagne d’Abruzzo

Dai media si apprende che nei giorni scorsi si sarebbe tenuta una riunione “tra il Presidente dell’UNCEM Abruzzo, i vertici dell’ANAS e altri soggetti interessati” al fine di programmare “un sistema di infrastrutture stradali” che favorisca il collegamento “tra l’Alto Sangro e la Conca del Fucino”, ma anche con la “Valle del Sagittario”.

 

Come se già non fossero unite da diverse strade statali e provinciali! In realtà si apprende che l’appetito si è scatenato dopo la voce che col Recovery Fund vi sarebbero “799 milioni di euro” in ballo, i quali potrebbero essere investiti per “creare una strada extraurbana secondaria con due corsie in totale sicurezza”. Inevitabile pensare che si voglia magari riprendere l’antichissima idea di unire Avezzano a Castel di Sangro con una strada che passando per la Vallelonga e “sfondando” la serra dei monti che la dividono da Pescasseroli, si unisca alla statale per Castel di Sangro! Se fosse per i politici, pur di spendere soldi e bandire appalti, costruirebbero strade per unire ogni paese d’Italia da tutti i punti cardinali!

 

La scusa è lo “spopolamento” di questi paesi a causa del loro “isolamento”, benché siano ben altre le ragioni per questo fenomeno sociale, peraltro endemico di tutti i paesi di montagna; problemi che non si risolvono con la costruzione di una o più strade, essendo quasi sempre un problema legato al declino dell’economia rurale, per cui non tutti i paesi possono diventare città, non tutti possono divenire Pescasseroli, Scanno o Roccaraso, paesi che si invidiano, e che pure piangono come gli altri, lamentandosi delle stesse cose perché si guarda sempre avanti, a chi sta meglio, anziché cercare, tutti, di valorizzare con lungimiranza, e non con l’occhio solo all’oggi, ciò che essi possiedono e nei limiti di una sopportabilità che non sciupi la gallina dalle uova d’oro che è l’ambiente di quelle montagne, i loro paesaggi, la loro ricchezza faunistica e floreale. Un unicum che per essere sfruttato non ha bisogno di altre strade, che aumenterebbero anche il rischio di collisioni con l’Orso marsicano, tanto più se migliorate per favorire i tempi di percorrimento e quindi la velocità delle auto!

 

O si penserà di risolvere il problema installando ovunque i soliti inutili cartelli e dissuasori elettronici (così nel budget di spesa ci sarebbero anche questi appalti!)? Le strade servono per andare a visitare luoghi belli e caratteristici, se i luoghi li si rovinano proprio con un eccesso di strade e superstrade, cosa dovrebbe attrarre i turisti? O si pensa che lo scopo dei turisti sia di correre lungo le strade per raggiungere più velocemente questi centri montani, banalizzati proprio dalla facilità di raggiungerli? A volte la bellezza di un luogo lontano sta proprio o anche nella difficoltà di raggiungerlo, non nella velocità con cui lo si raggiunge e lo si attraversa! La montagna abruzzese non ha bisogno di altre strade né di superstrade; ha bisogno che sia gestita con saggezza per non sciuparne la bellezza, l’unica cosa che da sempre attrae i turisti da tutto il mondo.

 

Che le strade attuali siano quindi ben gestite, anche migliorate, questo sì, ma che non si stravolgano con la scusa che migliorarle significhi anche ampliarle o aggiungendovi altri tracciati. Il rischio è che sciupino territori e paesaggi, e si finisca così di uccidere, svilendola, la loro gallina dalle uova d’oro! Magari accorgendosi poi che tutto ciò non è servito a frenare lo spopolamento, né a rialzare le quotazioni delle stazioni invernali il cui rischio di crisi sta ormai soprattutto nei cambiamenti climatici che finiranno per renderle obsolete! E allora resterà solo più l’antico valore… se nel frattempo non lo si è sciupato!

 

Franco Zunino Segretario Generale AIW