Processo civile telematico: i problemi di un sistema che sembra non funzionare

“Il Processo civile telematico (Pct), a causa di gravi problemi tecnici, in questi giorni ha subito un vero e proprio collasso, nel totale disinteresse del ministero della Giustizia”.

 

Lo segnala il deputato Andrea Colletti (M5s) che ha presentato un’interrogazione al ministro Alfonso Bonafede, chiedendogli se sia “a conoscenza dei fatti”, se intenda “intraprendere provvedimenti, anche di carattere tecnico–logistico, atti a risolvere la problematica, finanche nel lungo periodo e se non ritenga opportuno disporre, con proprio decreto, una rimessione in termini generalizzata”. Colletti, che nel suo lavoro di avvocato ha potuto sperimentare in prima persona quanto segnalato, afferma che “da giorni, in molti tribunali, si registrano disservizi e blocchi relativi al deposito degli atti del processo civile mediante Pct. Se in alcuni casi è impossibile accedere ai servizi, nella migliore delle ipotesi – dice – la fruizione degli stessi risulta estremamente difficoltosa, sia in merito al deposito di atti sia per quanto riguarda la necessità di estrarre documenti prodromici alla redazione di scritti difensivi”.

 

“Malfunzionamenti – prosegue il deputato – si registrano sul Portale Servizi Telematici (Pst) del Ministero in occasione dei pagamenti di giustizia che, per legge, sono obbligatoriamente telematici”. In tal senso, il parlamentare ricorda che “esistono termini di decadenza connessi al deposito degli atti e l’eventuale rimessione in termini, oltre a rappresentare un aggravio per l’assistito e il proprio patrocinante, è un beneficio di natura discrezionale”. Tra le conseguenze dei disservizi, rileva Colletti, ci sono “un ulteriore appesantimento del carico di lavoro degli uffici, i quali sono costretti, nella migliore delle ipotesi, ad accettare il cartaceo” e “l’esposizione dei colleghi avvocati e del personale giudiziario tutto a situazioni rischiose in termini di contagio da Covid–19”.

 

A tutto questo si aggiunge il fatto che “la previsione governativa della trattazione scritta di cui al ‘Dl Ristori’ comporta ulteriori disagi in termini di snellezza del processo civile telematico, opportunamente ovviabili optando per la trattazione tramite video-conferenza”.

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