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Pnrr, le nuove scuole che verranno costruite in Abruzzo

In Abruzzo circa 9 edifici scolastici statali su 10 sono stati costruiti appositamente per un uso scolastico, più della media nazionale (80%). Parliamo però di un patrimonio edilizio abbastanza vetusto, dal punto di vista del risparmio energetico e non solo.

 

Nell’anno scolastico 2020/21, il 45,6% degli edifici abruzzesi risultava costruito prima del 1975 – contro una media nazionale del 41,7%. Su 1.066 strutture censite a quella data, inoltre, il 63,3% (675) dichiarava la presenza di qualche tipo di accorgimento per il risparmio energetico.

Parliamo di elementi basilari per ridurre i consumi, come la presenza di vetri o serramenti doppi, di cui è dotato il 42,3% degli edifici scolastici abruzzesi (media Italia 40,7%). Oppure l’isolamento della coperture (22,2% a fronte del 24,4% nazionale) o delle pareti esterne (15,2% in Abruzzo, in linea con la media italiana del 14,6%).

Presi complessivamente, gli accorgimenti energetici risultano più presenti in Abruzzo rispetto al resto del paese (57,5% gli edifici con accorgimenti in Italia, contro il 63,3% della regione). Ma la media abruzzese è molto distante dagli standard raggiunti da altre regioni con ampie aree montane. Ad esempio Veneto (prima regione in Italia con il 79,1%), Valle d’Aosta (73,4%), Lombardia (71,9%).

L’unico accorgimento in cui l’Abruzzo supera ampiamente la media nazionale è la zonizzazione dell’impianto termico, presente in poco più di un terzo delle scuole italiane (34,9%) e nel 44% di quelle abruzzesi. Ma la quota resta inferiore rispetto a quelle di Veneto (56,5%), Marche (52,9%), Umbria (48,3%), Lombardia (46,3%) e Basilicata (45,7%).

L’opportunità del Pnrr da non sprecare

Per queste ragioni gli investimenti del Pnrr sono così importanti. In particolare gli 1,19 miliardi previsti per la costruzione di nuove scuole sostenibili, con ambienti di apprendimento all’avanguardia. Risorse che dovrebbero consentire la costruzione di oltre 200 nuove scuole, di cui 6 previste in Abruzzo. [la mappa di tutti gli interventi previsti, scuola per scuola]

Sono 6 le aree individuate per l’Abruzzo, per un totale di 14.540 mq e un importo complessivo richiesto di circa 33,9 milioni di euro, in base alle graduatorie pubblicate nel maggio dello scorso anno. Cinque interventi su 6 riguarderanno edifici in classe energetica G, quella meno efficiente, il restante si trova in classe F.

Due importanti interventi riguarderanno la “Fedele Romani” di Roseto degli Abruzzi (quasi 10 milioni di euro) e la primaria “Francesco Rossi” dell’Aquila (5,8 milioni). In quest’ultimo caso, però, la ricostruzione sarà delocalizzata rispetto all’attuale edificio in attesa di abbattimento.

Ma l’intervento più importante dal punto di vista economico in Abruzzo riguarda l’istituto comprensivo “Troiano Delfico” a Montesilvano, in provincia di Pescara. Parliamo di più di 10 milioni di euro per la demolizione e ricostruzione della sede principale dell’istituto, in via San Francesco, che ospita la scuola secondaria di primo grado. In totale 4.200 metri quadri, attualmente in classe energetica G, per oltre 450 studenti coinvolti.

Il progetto è importante. La scuola si dovrebbe allargare anche a un’area oggi di pertinenza, oltre che a un vicino parcheggio. Ci saranno anche due palestre da 200 metri quadri l’una e un adeguato spazio mensa. Il tutto dovrebbe svilupparsi su 4 livelli.

Il Pnrr a servizio, dunque, di una delle zone che in Abruzzo si va più espandendosi. Montesilvano, infatti, è il terzo comune più popoloso della regione (dopo la vicina Pescara e L’Aquila) ed è anche quello che ha visto negli ultimi decenni l’incremento demografico più evidente, passando da circa 7mila abitanti nel 1951 agli attuali 53mila.

Nei prossimi anni più di 5 miliardi di euro investiranno l’edilizia scolastica in Italia con il solo Pnrr. Oltre agli 1,19 previsti per la costruzione di nuove scuole, 3,9 miliardi andranno a ristrutturazioni e riqualificazioni dell’esistente, 300 milioni per la costruzione e la ristrutturazione delle palestre scolastiche.

Senza contare i 4,6 miliardi per i nidi e le scuole d’infanzia, nonché tutti gli altri progetti del Pnrr che per concretizzarsi dovranno prevedere opere di natura strutturale. Ad esempio il piano per l’estensione del tempo pieno (960 milioni) si baserà anche sulla creazione o ristrutturazione degli spazi per le mense, per almeno 1.000 edifici. Oppure il piano scuola 4.0 (2,1 miliardi), per cui si prevede la cablatura di 40mila edifici scolastici e la trasformazione di almeno 100.000 classi in ambienti di apprendimento innovativi. Oltre ai fondi per la rigenerazione urbana, che come abbiamo raccontato stanno andando anche per scuole e nidi.

La vera sfida sarà quindi utilizzare queste risorse in modo coordinato, per non disperderle. Non solo guardando alle singole misure del Pnrr, ma anche alle risorse già stanziate in passato sul comparto. Linee di finanziamento numerose e spesso gestite da soggetti diversi, con il rischio di creare sovrapposizioni.

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