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Pillola abortiva, “Diritto messo a rischio dall’Abruzzo misogino”

“Dopo il Piemonte, l’Umbria e le Marche, la scure reazionaria e misogina si abbatte sull’Abruzzo. Abbiamo appreso, per la verità senza stupore, della circolare a firma dell’Assessora Verì che mira a restringere pesantemente le modalità di assunzione della Ru486”. A dirlo Potere al Popolo Abruzzo.

“Una ‘forte raccomandazione’ si legge, che in realtà va tradotta nell’esplicita volontà di non recepire le nuove linee guida ministeriali sull’assunzione della pillola, utilizzata nei casi di interruzione della gravidanza farmacologica e introdotta in Italia, dopo una lunga battaglia, solo nel 2009. Un atto dalla gravissima portata, solo l’ultimo di una lunga serie di attacchi al diritto all’aborto, confermati tra l’altro dall’inquietante presenza dei manifesti antiabortisti anche sul nostro territorio: dall’Umbria al Piemonte, dal Veneto alla Polonia, le recenti cronache testimoniano l’esplicita volontà della destra di riportare indietro i diritti conquistati dalle lotte delle donne. Un programma basato sull’integralismo reazionario religioso, messo nero su bianco durante il Congresso Mondiale delle Famiglie di Verona del 2019: sacrificare vite, corpi e desideri delle donne in nome del tetro motto ‘Dio, Patria, Famiglia’”.

E ancora: “La circolare firmata ieri non è altro che l’ennesimo atto di un assessorato e di un’amministrazione regionale tutta dalla gestione totalmente fallimentare, in balìa della peggior propaganda catto-sovranista, questa volta sul corpo delle donne. Chiediamo l’immediato ritiro e contestualmente l’esplicito recepimento nella loro totalità delle nuove linee guida ministeriali, cosi come chiaramente stabilito anche a seguito del parere espresso dal Consiglio Superiore di Sanità, dove viene ribadito in modo inequivocabile che l’interruzione volontaria di gravidanza farmacologica deve essere garantita anche nei consultori.  L’aborto è un diritto e non può essere soggetto a censure o strette ideologiche di sorta”.