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Perimetrazione del Parco Sirene Velino: il Governo impugna la legge regionale

Il Consiglio dei Ministri ha impugnato la legge della Regione Abruzzo che ha tagliato il Parco Regionale Sirente-Velino, la n. 14 del 08/06/2021 “Nuova disciplina del Parco naturale regionale Sirente Velino e revisione dei confini.

 

Modifiche alla l.r. 42/2011”, evidenziando come talune disposizioni si pongono in contrasto con la normativa statale in materia di aree naturali protette e in materia di ordine pubblico e sicurezza e violano gli articoli 117, secondo comma lettera g), h), l) e s) della Costituzione.

Il WWF nella richiesta di impugnativa presentata al Governo nei giorni scorsi, tra le altre questioni, aveva sollevato proprio il vulnus della legge regionale rispetto all’art. 117 della Costituzione e il fatto che la riperimetrazione attuata andasse a compromettere “il nucleo minimo di salvaguardia del patrimonio naturale” richiesto dalla normativa nazionale.

“Abbiamo cercato il dialogo con la Regione in tutti i modi”, dichiara Filomena Ricci, delegato WWF Abruzzo. “Una petizione con 125.000 firme e un appello sottoscritto da 50 personalità del mondo dei parchi, della ricerca e della cultura abruzzese non sono bastati a fermare le decisioni della Giunta Marsilio che ha scelto la strada del taglio e della modifica normativa senza ascoltare il mondo ambientalista, il comitato locale di cittadini sorto a difesa del Parco e neppure diversi sindaci dell’area. Arriva così un primo sonoro stop per l’impostazione data dalla Giunta Marsilio alla gestione del Parco Regionale Sirente Velino che viene giustamente riconosciuto come un bene di tutti e come tale non può essere ridotto nei suoi confini secondo logiche localistiche e riduttive e con una legge che si pone in contrasto con i principi di tutela delle aree protette”.

Il WWF esprime grande soddisfazione per questo primo risultato e, in attesa del pronunciamento della Consulta, invita il Consiglio regionale a riformulare una legge nata sbagliata e che non potrà portare alcun beneficio al territorio e alle popolazioni che lo abitano.

Stazione Ornitologica. Ora la regione torni indietro sui suoi passi e ripristini i confini del Parco del Sirente senza aspettare la decisione della Consulta” così la Stazione Ornitologica Abruzzese che aveva avvisato addirittura fin dall’iter di approvazione delle criticità che presentava la proposta di taglio dei confini del Parco regionale Sirente-Velino.

Vi erano molteplici profili problematici, in primis quello della tutela delle specie d’interesse comunitario, dal rarissimo Lanario all’Aquila reale, dal Gracchio corallino alla Coturnice. Pervicacemente la maggioranza in consiglio regionale e il Presidente Marsilio hanno insistito e hanno approvato la norma.

Il 29 giugno scorso, non appena pubblicata la legge sul BURA, abbiamo quindi scritto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri chiedendo appunto di portare la norma davanti alla Corte Costituzionale, come poi avvenuto, in quanto a nostro avviso:

-viola le normative comunitarie (direttive 43/92/CE “Habitat” e 147/2009/CE “Uccelli”) sulla misure di conservazione di specie e habitat, in quanto da un lato vengono meno i vincoli dell’area protetta come la caccia e dall’altro non sono introdotte misure di conservazione idonee alla tutela delle specie nelle aree ora escluse dal parco:

-contrasta con la Direttiva 42/2001/CE sulla Valutazione Ambientale Strategica in quanto di fatto le scelte della regione sono equiparabili ad un’attività pianificatoria di quel determinato territorio, processo che necessita appunto di una valutazione ambientale adeguata e non certo delle quattro paginette con cui l’assessore ad un certo punto si è presentato al Consiglio Regionale per sostenere “tecnicamente” la bontà della norma.

 

Ora toccherà alla Consulta stabilire se la legge regionale rispetta i principi costituzionali. Sarebbe però lungimirante, nonché auspicabile, da parte della regione un atto di umiltà. Torni sui propri passi prima della sentenza, dimostrando di saper riflettere sugli errori compiuti.

Infatti, al di là delle questioni di costituzionalità o meno della norma, il problema è il merito. Nel 2021 consideriamo anacronistico tagliare un parco ed eliminare i vincoli alle aree che presentano ancora caratteri di naturalità quando il nostro ambiente è sempre più cementificato e impoverito, come dimostrano i dati ISPRA sul consumo di suolo e la vulnerabilità del territorio a frane, alluvioni, perdita di biodiversità.