Pagamenti della pubblica amministrazione: Abruzzo penultimo posto in Italia

In Abruzzo aumentano i pagamenti alla scadenza della Pubblica Amministrazione: erano il 15,4% a fine 2019, sono il 22,8% al 30 settembre.

 

A livello nazionale, la regione è al penultimo posto in classifica, subito prima della Calabria. Aumentano anche i pagamenti in grave ritardo, che passano dal 26,3% del 2019 al 29,6% di settembre: l’Abruzzo è l’ottava regione in Italia con il record negativo dei ritardi oltre 30 giorni. Nel terzo trimestre del 2020 la puntualità dei pagamenti della Pubblica Amministrazione* in Italia migliora di 2,9 punti percentuali rispetto a fine 2019 e diminuiscono dello 0,5% quelli in grave ritardo (oltre 30 giorni).

 

È quanto emerge dallo Studio sulle abitudini di pagamento della PA, aggiornato al 30 settembre 2020, realizzato da CRIBIS, società del gruppo CRIF specializzata nella business information. I tempi di pagamento della P.A. restano però sempre sotto la media delle imprese italiane: solo il 29,8% nella pubblica amministrazione rispetta la scadenza fissata (a fronte del 35,2% delle imprese), mentre i ritardi gravi (oltre 30 giorni) sono al 18,9% contro il 12,7% delle imprese.

 

Il Nord Ovest è l’area geografica più affidabile, con il 34,5% di pagamenti puntuali, mentre il Sud e le Isole sono le zone più in difficoltà, con il 31,8% di ritardi gravi a fronte del 23,1% del Centro, del 12,2% del Nord Ovest e del 9% del Nord Est. “Nel Sud e nelle Isole – osserva Marco Preti, amministratore delegato di CRIBIS – la pubblica amministrazione però è più puntuale delle imprese: solo il 22,6% di queste ultime, infatti, paga i propri fornitori alla scadenza, contro il 27,9% delle aziende pubbliche”. Il record negativo dei ritardi oltre 30 giorni spetta alla Calabria con il 52,6%, seguita da Sicilia (32,5%), Campania (32,2%), Molise (30,9%) e Lazio (30,7%).

 

Le regioni con meno ritardi gravi sono invece Valle d’Aosta (5,1%), Trentino-Alto Adige (6,2%) e Friuli-Venezia Giulia (7,7%). Nel settore ASL e sanità, lo studio di CRIBIS evidenzia negli ultimi due anni un calo progressivo dei ritardi gravi che, dal 41,6% del 2018, sono passati al 25,5% di fine settembre. Di contro, sono aumentati i ritardi fino a 30 giorni: erano il 57,9% nel 2018, sono saliti al 62,2% nel 2019 e a settembre hanno raggiunto il 74%. Nella sanità sono però quasi inesistenti i pagamenti puntuali, che oscillano dallo 0,5% del 2018 all’1% dell’anno scorso, per tornare allo 0,5% nell’ultimo trimestre del 2020. Per quanto riguarda gli Enti Territoriali, CRIBIS rileva un miglioramento sia nei pagamenti alla scadenza (21,3%, vs il 19,1% del 2019 e il 16,5% del 2018), sia in quelli oltre 30 giorni che sono oggi il 23,7%, a fronte del 24,1% dello scorso dicembre.

 

*L’analisi di CRIBIS include i seguenti settori della Pubblica Amministrazione: Agenzie regionali sanitarie, Autorità di ambito territoriale ottimale, Aziende Ospedaliere, Aziende pubbliche di servizi alla persona, Aziende sanitarie locali e relativi dipartimenti, Camere di Commercio, Città metropolitane, Comuni, Comunità montane, Consorzi di bacino imbrifero montano, Istituti di istruzione primaria e secondaria e relativi dipartimenti, Istituti zooprofilattici sperimentali, Ordini e collegi professionali e relativi dipartimenti, Presidenza del Consiglio dei Ministri e Ministeri e relativi dipartimenti, Province, Regioni, Sanità, Unioni di Comuni, Università.

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