Un dato che viene goudicato positivo se rapportato al 2016 quando ci si attestava a 482.000 e al momento dell’insediamento della Giunta D’Alfonso, nel giugno 2014, gli occupati erano 459.000. Dunque, sono stati recuperati oltre 41.000 posti di lavoro. Anche sul fronte della disoccupazione i dati sono confortanti: le 67.000 persone in cerca di lavoro nel quarto trimestre 2017 sono inferiori di 6.000 unità rispetto alle 73.000 dello stesso periodo del 2016.
“Restiamo all’interno di un trend positivo – spiega l’assessore regionale al bilancio Silvio Paolucci – che ci vede in forte recupero sia rispetto al quarto trimestre del 2016 sia a confronto dei numeri che si registravano alla data del nostro insediamento, nel giugno 2014. Tutto ciò assume ancor più valore se si pensa che i primi due trimestri del 2017 hanno risentito del sisma e del maltempo verificatisi nel gennaio dell’anno scorso, con notevoli ricadute sui dati occupazionali ed economici. Un motivo in più per far sì che quest’ultima parte di consiliatura veda un ulteriore incremento dell’occupazione anche grazie agli oltre 600 milioni stanziati dal Governo per l’Abruzzo nei primi due mesi del 2018”.
Leo Malandra (Cisl). “Il fatto che nel 2017 la nuova occupazione sia in aumento, soprattutto quella a tempo determinato, ce lo confermano anche i dati dell’INPS (Osservatorio del precariato), – analizza il Segretario della CISL. Purtroppo continua a trattarsi di un’occupazione che non è di qualità e non è stabile. Anzi, per il secondo anno consecutivo il contratto stabile rallenta ulteriormente e non crea posti di lavoro aggiuntivi. Il tempo indeterminato si inaridisce in Abruzzo più che in altre regioni per mancanza di incentivi: scendono le assunzioni e le cessazioni, rallentano anche le trasformazioni dei contratti a termine e di apprendistato in nuovi contratti stabili. Dilaga il contratto a termine e stagionale, che regola oltre l’83% delle nuove assunzioni. Questo problema del lavoro precario, unito a quello della disoccupazione giovanile e femminile, è il vero nodo che la classe politica deve affrontare concretamente con azioni mirate ed urgenti”.
Il 2017, secondo il rapporto delle comunicazioni obbligatorie elaborato dal Ministero del Lavoro, si chiude con una consistente dinamicità del mercato del lavoro abruzzese che è condizionato da una spiccata stagionalità che taglia l’anno in 2 periodi: nei primi 2 trimestri le assunzioni hanno superato nettamente i licenziamenti; nel terzo e quarto trimestre sono prevalse invece le cessazioni, per effetto della scadenza dei numerosissimi contratti a termine e stagionali.
“L’Abruzzo è la regione che ha pagato di più la fine degli incentivi legati al jobs act. Sotto questo aspetto si rivela l’oggettiva debolezza nel sistema produttivo locale delle piccole e medie imprese, anche artigiane: probabilmente, gli incentivi di quest’anno spingeranno al rialzo le assunzioni stabili, ma si conferma una certa fragilità dell’occupazione regionale molto più sensibile, rispetto al resto del paese, alle agevolazioni contributive”, – sottolinea Malandra nell’osservare i dati.
Le ore di Cassa integrazione sono in calo ma la necessità di proseguire in processi di riconversione e riorganizzazione aziendale porta un numero sempre maggiore di imprese usufruisce dello strumento dei contratti di solidarietà.
Le esportazioni continuano ad avere un ruolo centrale sul tessuto produttivo locale e a trainare l’economia regionale. Il valore dei prodotti esportati è aumentato del 10,2%, un valore superiore anche alla media italiana pari al 7,2%.
“La ripresa di crescita è stata fortemente sostenuta da un aumento del valore delle esportazioni”, – commenta i dati dell’ISTAT Leo Malandra Segretario della CISL AbruzzoMolise.
“I prodotti abruzzesi continuano ad essere attrattivi nei mercati esteri, ma per restare competitivi abbiamo bisogno di investire in ricerca e innovazione se vogliamo vincere le sfide della globalizzazione. Il territorio, nel contempo, deve tornare ad essere attrattivo per il mondo delle imprese in termini di infrastrutture, snellimento delle procedure burocratiche, fiscalità di vantaggio e abbattimento dei costi dell’energia, – continua il Segretario Generale della CISL.
L’andamento complessivo socio economico dell’Abruzzo, tenuto conto delle inoppugnabili esigenze di forte cambiamento emerse dalla consultazione elettorale, fa sì che per l’interna classe politica il 2018 debba rappresentare l’anno di svolta per l’Abruzzo. Abbiamo una occasione da non perdere: le politiche attive del lavoro. Dobbiamo creare un mercato del lavoro inclusivo e capace di offrire maggiori opportunità ai giovani ed alle donne.
Il Governo regionale, inoltre, deve lavorare per dare attuazione a tutti gli strumenti di programmazione Masterplan, Patto per lo sviluppo e Carta di Pescara, senza tralasciare di dare concretezza alle opportunità di rilancio economico delle Zone Economiche Speciali (ZES) con gli imprescindibili lavori già finanziati e programmati per il porto regionale di Ortona.
Continueremo a lavorare attraverso un confronto serrato con le istituzioni e le forze politiche per creare quelle condizioni economiche e sociali necessarie alla crescita della regione – conclude Malandra.
Cgil: cresce solo occupazione a termine. “Bisogna leggere attentamente i dati Istat, perché leggendoli attentamente ciò che si evince è che quel poco di occupazione che si crea è fatta anche in Abruzzo di lavori prevalentemente a termine. Oltre l’83% del lavoro che si crea in Abruzzo è composto da contratti a tempo determinato. In ogni caso si tratta di valori ben lontani dai livelli pre crisi. Contestualmente si riscontra un calo netto dei contratti a tempo indeterminato”. Lo afferma il segretario generale della Cgil Abruzzo, Sandro Del Fatto, che, commentando gli ultimi dati Istat sull’occupazione, sottolinea la necessità di un piano straordinario per il lavoro rivolto soprattutto ai giovani ed auspica un cambio di rotta nelle politiche economiche e per l’occupazione.
I dati, secondo Del Fattore, “dimostrano, se ancora c’è bisogno di dirlo, il fallimento del Jobs Act: terminati gli incentivi crollano i contratti di lavoro a tempo indeterminato. Si dimostra, inoltre – aggiunge il segretario – che la ripresa di cui si parla è, anche in Abruzzo, una ripresa molto fragile, che produce prevalentemente occupazione e lavoro precario, di scarsa qualità e con scarse prospettive. Anche in Abruzzo l’occupazione ristagna nell’industria e cresce principalmente nei servizi di bassa qualità. Un’occupazione, come già detto, fatta di contratti a tempo determinato”.
“Invece di continuare sulla strada degli incentivi a pioggia – conclude Del Fattore – bisognerebbe indirizzare le risorse verso un piano straordinario per il lavoro, rivolto in particolare ai giovani e incentrato su energie rinnovabili, tutela del territorio, patrimonio ambientale e culturale, ricerca e formazione. I 18 miliardi di euro del Jobs Act potevano essere utilizzati per altro e, magari, proprio per un piano di questo tipo”.