Contestualmente è stata posta sotto sequestro un’impresa individuale -per un valore complessivo di circa 150.000 euro – e sono scattate 9 perquisizioni nei confronti di ulteriori indagati. Contemporaneamente, in Albania, è stata applicata la medesima misura cautelare in carcere nei confronti di tre persone. L’indagine è partita nel 2018 quando tramite la Direzione Centrale dei Servizi Antidroga, dalla Fiscalia y Policía Judicial de Colombia, era arrivata la segnalazione dell’arrivo in Italia di un chimico colombiano, giunto in territorio nazionale anche per definire una trattativa volta al trasferimento del ‘know-how’ sulla raffinazione dello stupefacente che sarebbe stato importato dal Sud America.
Dalle successive indagini è stata rintracciata un’organizzazione di narcotrafficanti, prevalentemente di nazionalità albanese, ben radicata sul territorio italiano e stabilmente dedita alle attività di approvvigionamento, detenzione e smercio di sostanze stupefacenti di vario tipo sulla riviera romagnola di cocaina ed eroina dal Sud America e dal Nord Europa, e di marijuana dalla Macedonia e dall’Albania.
Un nucleo dell’organizzazione albanese, ben radicata nel Riminese riforniva la Riviera agendo come un commando con disponibilità di armi da fuoco, come documentato nel sequestro di un fucile calibro 12, provento di furto, e vario munizionamento. Inoltre nell’organizzazione era stato reclutato anche un minorenne che si occupava della fase di preparazione della droga (pesatura e confezionamento), dei contatti con i clienti e del pagamento di questo. L’attività illecita di tale consorteria si concretizzava anche nell’esportazione di ingenti quantitativi di marijuana verso l’Austria.