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Abruzzo

Le due poltrone di D’Alfonso. Lega invita alle dimissioni di massa i consiglieri regionali

La Giunta per le elezioni del Consiglio Regionale ha stabilito, a maggioranza dei capigruppo consiliari, che “non sussistono al momento cause di incompatibilità in capo a Luciano D’Alfonso”.

 

La decisione, che fonda sulla tesi che i termini per la decadenza debbano decorrere dalla convalida degli eletti da parte della Giunta delle elezioni del Senato, lascia oltremodo perplessi perché contrasta palesemente con l’art.122 della Costituzione.

 

La Lega Abruzzo censura questa arrogante ed arbitraria decisione, che risulta funzionale alla decisione di D’Alfonso di guadagnare tempo, soltanto allo scopo di ultimare la serie di nomine e di incarichi.

 

Non è certo funzionale agli interessi  della Regione, destinata così a protrarre la sua agonia per molto altro tempo ancora. Sappiano gli abruzzesi di quale truffa sono vittime ad opera del Pd e del suo presidente/senatore. Vedano i rappresentanti dei 5Stelle di quale impasto di menzogna e di cultura dell’illegalità sono fatti coloro con i quali hanno dichiarato di volersi alleare per dar vita al governo nazionale.

 

Contro il vilipendio delle istituzioni e contro l’arroganza del Pd non c’è che una strada, che la Lega propone ai consiglieri di centrodestra ed a coloro che mal tollerano questa situazione di illegalità: le dimissioni a catena dei consiglieri regionali  per accelerare i tempi del ritorno alle urne.

 

 

Nazario Pagano. “Il diritto di scelta non può comportare il diritto di tenere disinvoltamente in ostaggio un’intera Regione. Luciano D’Alfonso deve smetterla di aggrapparsi ai codicilli e a fare giochi di prestigio sulla pelle degli abruzzesi: o si dimette da governatore per fare il senatore, oppure rimane a fare il governatore  e si dimette da senatore. È intollerabile, dopo la politica dei due forni, assistere alla politica delle due poltrone di cui pagano il prezzo tutti gli abruzzesi”.

 

Il coordinatore regionale di Forza Italia, Nazario Pagano, interviene sul doppio incarico e sul verdetto della Giunta per le elezioni che ha sancito all’Aquila la “non sussistenza dell’incompatibilità» con 16 sì e 12 no. La sfida politica tra maggioranza e opposizione nel procedimento di decadenza ha avuto un esito che congela la situazione e vede rimanere al suo posto il presidente «che continua a governare e a fare le sue nomine di fine legislatura come se nulla fosse. La Giunta avrebbe dovuto prendere atto dell’incompatibilità nella quale si trova D’Alfonso in base a quanto sancito dall’articolo 122 della Costituzione e del Regolamento del Consiglio regionale. Si tratta di un atteggiamento – continua Pagano – che denota un’arroganza istituzionale alla quale peraltro D’Alfonso non è nuovo. Tutti ricordano, quando era sindaco di Pescara, l’ormai famoso certificato medico sulla “malattia ingravescente” che gli consentiva di rimanere nominalmente al suo posto. Adesso invece ha tirato fuori dal cilindro un discorso di otto pagine in puro stile “dalfonsese” nel quale, con la modestia che gli è propria, ha affiancato se stesso a figure nobili come Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi”.

 

La parola finale passa al Consiglio regionale, convocato per il 3 maggio, dove la Giunta ha deciso di spostare il dibattito. Che sarà certamente al calor bianco. “Non è possibile continuare con questa pantomima che è emblematica del modo di gestire il potere che gli elettori hanno già punito e che allontana dalla politica. Amministrare – conclude Pagano – non significa muovere le pedine sulla scacchiera del potere fino all’ultima mossa possibile e anche oltre, andando a occupare le caselle rimanendo imbullonato alla poltrona della stanza dei bottoni. Forza Italia darà battaglia in Consiglio affinché questo scandalo cessi e anche subito. L’Abruzzo non ha bisogno di un D’Alfonso che fa l’Amleto. Faccia piuttosto un gesto di dignità e di coerenza, quel gesto che  non ha mai fatto in vita sua: si dimetta con coerenza, correttezza e trasparenza. Noi non gli faremo sconti su questo”.