La scuola abruzzese “perde” 2850 assunzioni: l’allarme lanciato dalla Cisl

La CISL SCUOLA Abruzzo Molise invita i rappresentanti politici della nostra regione a farsi carico della perdita di un numero così alto di stabilizzazioni nella scuola e del conseguente problema della precarietà del personale scolastico abruzzese.

 

Alla beffa segue il danno, perché oggi non si assumono i lavoratori a tempo indeterminato ma prima dell’inizio dell’anno scolastico sarà necessario assumerli come precari per dieci mesi. In questo modo si condanna la scuola all’instabilità, con gravi conseguenze didattiche, educative, amministrative ed organizzative. Come se non bastasse, vengono specificatamente colpiti due settori del mondo scolastico particolarmente complessi e delicati ovvero gli insegnanti di sostegno per gli alunni disabili e le segreterie scolastiche.

 

Per gli insegnanti di sostegno avremo almeno 2494 docenti assunti come precari e di conseguenza, visto il rapporto medio in regione di circa 1 insegnante di sostegno ogni 2 alunni disabili, circa 5000 alunni disabili a cui non viene garantita la continuità dell’azione didattica ed educativa del docente. Per il personale ATA, verranno fatte sole 279 assunzioni a tempo indeterminato su 637 disponibilità, quindi la perdita di altre 358 stabilizzazioni. In tal modo si arriva alla perdita di oltre 2850 assunzioni a tempo indeterminato di docenti ed ATA.

 

 

Particolarmente colpite le segreterie scolastiche, già fortemente provate dagli enormi carichi di lavoro e dal numero inadeguato di risorse umane. Come organizzazione sindacale avevamo già denunciato la carenza di 41 direttori amministrativi, pari al personale di oltre il 20% delle scuole abruzzesi, ed a questo si aggiunge la mancata stabilizzazione di 133 assistenti amministrativi. La CISL SCUOLA Abruzzo Molise invita tutti i rappresentanti politici abruzzesi a richiedere al Governo le effettive risorse umane necessarie e la concreta possibilità di costruire una scuola di qualità, eliminando la precarietà del personale che si traduce in precarietà per gli alunni.

 

 

 

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