Indennizzi, la Cna: ingiusto escludere le lavanderie e alcuni settori della ristorazione

Migliaia di imprese sono state escluse ingiustamente dagli indennizzi previsti dal Governo nel Decreto ristori.

 

Sale anche in Abruzzo la protesta di alcune categorie, come le lavanderie e diversi comparti della ristorazione, che si sono viste tagliare fuori dai finanziamenti previsti dal Governo. “Il nostro è un settore che lavora in silenzio – illustra la portavoce di Cna Tintolavanderie, Maurizia D’Agostino, dando voce ai malumori del suo comparto – in cui operano migliaia di imprese che danno lavoro a migliaia di persone. Queste attività sono state colpite in modo indiretto, ma durissimo, dalla stretta imposta ai settori della ristorazione, del turismo e delle cerimonie di cui indubbiamente rappresentiamo un indotto importante. Senza sostegno rischiamo di crollare, nonostante i grandissimi sacrifici sopportati nei mesi di chiusura totale con il lockdown”.

Ma a salire è anche la protesta di altri settori, cui la stessa Cna chiede di prestare più attenzione. E’ il caso del vastissimo comparto della ristorazione senza somministrazione, come pizzerie, rosticcerie, gastronomie: anche in questo caso migliaia di aziende non ammesse agli indennizzi, nonostante stiano accusando da tempo vistosissimi cali di fatturato. “Attività, le lavanderie e alcuni comparti della ristorazione – sostiene dunque la confederazione artigiana che invita il Governo a proseguire il confronto con le associazioni datoriali per definire un metodo chiaro, preciso e coerente sui perimetri delle misure di ristoro – che devono essere assolutamente ricomprese nell’elenco dei settori da indennizzare. Anche perché sono sempre state inserite nei provvedimenti e nelle disposizioni in materia di obblighi e norme di sicurezza per cui hanno investito ingenti somme”.

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