In Italia sono circa 1 milione e 296 mila gli studenti delle scuole secondarie che hanno puntato sull’istruzione tecnica e professionale. La media nazionale, pari al 48,7%, è stata ampiamente superata in Veneto (55,7%) ed Emilia-Romagna (55,2%), ma anche in Friuli-Venezia Giulia (52,5%), Puglia (50,6%) e Lombardia (50,2%). È quanto emerge dall’analisi dei dati del Ministero dell’Istruzione elaborati dal Centro studi di Confartigianato. Le città con il maggiore numero di studenti tecnico-professionali sono soprattutto quelle del Nord: al primo posto la provincia di Vercelli (61,3%), tallonata da Vicenza (61%), Rovigo (60,8%) e Reggio-Emilia (60,7%). Restringendo lo sguardo all’Abruzzo, invece, è Chieti, con il 44,7%, la provincia con la più alta percentuale di alunni che optano per un indirizzo tecnico professionale, seguita da Pescara con il 42,2%, da Teramo con il 41,9% e infine da L’Aquila con il 40,1%.
Dall’incrocio dei dati del ministero con quelli di Unioncamere-Anpal, affiora inoltre un dato particolarmente significativo: nonostante la scuola tecnico-professionale garantisca maggiori possibilità di inserimento nel mondo lavorativo, i giovani abruzzesi continuano a preferire in larga parte il liceo. Eppure, nel 2022, il 70,6% del personale assunto in Abruzzo possedeva un’istruzione tecnico professionale. Un dato che peraltro supera di gran lunga la media nazionale, ferma al 63,2% della domanda complessiva di lavoro da parte delle imprese in cerca di profili con tali caratteristiche formative.
Un ulteriore paradosso è rappresentato dal fatto che in Italia, sebbene molti giovani abbiano scelto una formazione tecnico-professionale, resta difficile reperire il 42% del personale (pari ad 1 milione e 377 mila lavoratori) in possesso di un’istruzione di questo tipo. La difficoltà si riscontra soprattutto, in riferimento al livello secondario, per gli indirizzi di elettronica ed elettrotecnica (59,8%), e di meccanica, meccatronica ed energia (56,2%). Per quanto concerne le qualifiche di formazione o diploma professionale, le maggiori criticità riguardano gli indirizzi di impianti termoidraulici (61,9%), elettrico (54,7%) e meccanico (51,5%).
“L’analisi mette in evidenza che per sostenere l’occupazione giovanile nei principali settori del nostro tessuto produttivo – osservano il presidente di Confartigianato Imprese Abruzzo Giancarlo Di Blasio e il segretario regionale Daniele Di Marzio – occorre puntare con più decisione sull’innalzamento della qualità dell’offerta formativa di istruzione tecnica e professionale”. Secondo i due esponenti dell’associazione di categoria, “occorre intervenire innanzitutto sul piano della programmazione di un’offerta formativa sempre aggiornata e proiettata verso le figure professionali maggiormente richieste dal mercato del lavoro. In secondo luogo, è necessario valorizzare l’insegnamento di competenze tecnico-pratiche, soprattutto attraverso le attività di laboratorio e la professionalizzazione dei docenti tecnici”. Per ridurre l’attuale paradosso del mismatch scuola-lavoro, secondo Di Blasio e Di Marzio, “sarebbe inoltre opportuno riservare particolare attenzione all’attuazione del nuovo Sistema di orientamento scolastico e formativo, soprattutto in riferimento al Job Placement”. In conclusione, il presidente e il segretario regionale di Confartigianato Abruzzo, “al fine di favorire l’occupabilità e l’inserimento lavorativo”, suggeriscono “di promuovere l’insegnamento delle competenze imprenditoriali, rilanciando contestualmente l’alternanza scuola lavoro e l’apprendistato duale, strumenti in grado di creare collegamenti diretti con i sistemi produttivi strategici dei territori e quindi una più facile transizione nel mondo del lavoro”.