Abruzzo. “Se il Governo regionale non si metterà a programmare seriamente, resta concreto e imminente il rischio di perdere i 32 milioni di risorse europee non spese.
Un allarme che abbiamo lanciato da mesi e che la Cgia oggi ha confermato, cristallizzando un’inerzia durata 4 anni e ribadendo che la politica europea del centrodestra è stata di sola sussistenza: circa 70 progetti l’anno sul FSE, nessuna idea per la nuova programmazione e quella in corso del tutto ferma, perché incapace di intercettare interesse e opportunità per cittadini, famiglie e imprese. Questa è una fotografia imbarazzante per una regione che deve risollevarsi dopo crisi e pandemia”, il commento del capogruppo Pd Silvio Paolucci sullo stato dell’arte in merito alla programmazione europea.
“Quali sono i meriti programmatori di questo esecutivo? Una domanda retorica, perché la risposta è nei numeri ed è chiarissima: nessun merito, perché la programmazione non c’è – ribadisce Silvio Paolucci – Se ci fosse, ci sarebbero anche i bandi, scomparsi dai siti dove si incrociano le opportunità in arrivo dall’Europa. Sul FESR l’avanzamento vero sui pagamenti monitorati è a circa il 76% di spesa, di cui 1/3 dell’importo finisce nel Fondo centrale di garanzia, gestito dal Microcredito centrale. In pratica la Regione ha portato avanti una “spesa facile”, senza bandi e senza progetti, funzionale solo a scongiurare il disimpegno. Ha lavorato esclusivamente per raggiungere tale obiettivo, ma questa non è programmazione.
Una riprova ulteriore sta nel fatto che sull’FSE, sul 106,6 milioni di pagamenti monitorati, l’avanzamento vero di spesa non va oltre il 79%, con 54 milioni di euro, vale a dire oltre la metà della spesa complessiva, assorbiti dalla quota della CIGD (Trattamento Integrazione Salariale In Deroga A Lavoratori Per Emergenza Covid-19). In sostanza, anche qui l’attività della Regione è stata nulla.
Nel frattempo la nuova programmazione risulta maggiormente dotata di risorse, ma questo non perché c’è stato lavoro positivo da parte di chi governa per incrementare fondi e programmazione europea, succede semplicemente perché l’Abruzzo si è impoverito. Non è una foto allegra quella che arriva dai monitoraggi, purtroppo. Né lusinghiera per questa classe dirigente, che anche su questo fronte fa il minimo sindacale per restare a galla, non investe a favore della comunità, né rischia per avere maggiori risorse e possibilità di spesa. Galleggia. E questa è cosa diversa dal governare”.