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Abruzzo

Fase due Abruzzo, Sospiri: serve ordinanza per riaprire le attività

“L’Abruzzo delle piccole imprese, quelle che fondano la propria vita su turismo, commercio, ristorazione, benessere e didattica, non può più attendere. Le misure di contenimento del Covid-19 ci sono, sono state collaudate, sperimentate e sono entrate nel Dna della popolazione, ora è il momento di ripartire, con tutte le cautele del caso, ma tutti devono avere l’occasione di lavorare.

 

Per il Governatore Marsilio questo è il momento di anticipare, ancora una volta, la lentezza decisionale del Governo e firmare l’ordinanza con la quale dobbiamo restituire speranza e fiducia agli operatori di bar, ristoranti, strutture ricettive, parrucchieri, estetisti e ai titolari dei nidi privati consentendo loro di riaprire le proprie saracinesche. Se il Governo non digerirà il provvedimento potrà impugnarlo, assumendosene la responsabilità agli occhi del popolo, ma comunque l’Abruzzo oggi non può non aprire una vertenza con il Governo, stimolare una discussione partendo da un atto forte”. Lo ha detto il Presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri nel giorno di presentazione della legge regionale con la quale verranno erogati contributi a fondo perduto a quelle attività che, secondo i Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri non potranno ripartire prima di giugno, con danni economici incalcolabili.

 

“La Regione Abruzzo sta facendo, come sempre, la propria parte e anche di più – ha sottolineato il Presidente Sospiri -. Partiamo con un fondo da 20milioni di euro che, con ogni probabilità, potremo portare sino a 100milioni di euro in fase di discussione in aula. Ma non basta, perché le nostre piccole e medie imprese non stanno questuando, non vogliono erogazioni a pioggia, ma ci chiedono di poter tornare a lavorare e a contribuire al rilancio del nostro territorio e oggi è giunto il momento di farlo, imponendo l’adozione di tutte le misure di sicurezza possibili. Stando agli ultimi dati e alle affermazioni dei Comitati Scientifici, ma soprattutto al grande senso di responsabilità dimostrato indiscutibilmente dagli abruzzesi nella Fase I dell’emergenza Covid-19, ritengo inaccettabile rinviare ulteriormente l’apertura delle attività del piccolo commercio, del turismo, dei parrucchieri, degli estetisti, degli addetti al settore benessere, dei bar, dei ristoranti che, secondo il Dpcm, dovrebbero riprendere il lavoro tra fine maggio e gli inizi di giugno, ovvero tra oltre un mese, che significa decretare il crollo economico di migliaia di attività che costituiscono l’ossatura, le fondamenta della stessa economia abruzzese. A questo punto, a fronte del silenzio, anche normativo, del Governo, la Regione Abruzzo ha il dovere di intervenire in maniera decisa, aprendo una vertenza con il Governo, attraverso un’ordinanza che consenta a tutte le attività di ripartire, e ovviamente fissando delle regole chiare di comportamento per tutti a tutela della salute di operatori e utenti.

 

Aprire la discussione istituzionale è fondamentale perché è evidente che le Regioni non hanno tutte le stesse problematiche, ovvero l’Abruzzo non è la Lombardia, né il Piemonte né l’Emilia Romagna, che sicuramente hanno vissuto un’esperienza più drammatica della nostra nell’emergenza coronavirus, e per questo hanno tutta la nostra solidarietà, ma è chiaro che la loro economia non è così in difficoltà come la nostra. Oggi l’Abruzzo ha gli strumenti per agire perché, responsabilmente, stiamo adottando misure normative forti ed efficaci per garantire supporto alle nostre piccole imprese, con quei finanziamenti a fondo perduto, fino a un massimo di 2mila euro, tesi ad aiutare i piccoli imprenditori a pagare gli affitti, che significa anche aiutare i piccoli proprietari immobiliari che tra qualche giorno si troveranno a fronteggiare la scadenza dell’Imu, e poi contributi a fondo perduto fino a un massimo di 10mila euro per risanare quei flussi finanziari di cassa oggi azzerati dal blocco di ogni attività e dalla completa perdita del fatturato. E oggi il Governo regionale non sta pensando solo a chi opera nel turismo o nella ristorazione – ha ancora sottolineato il Presidente Sospiri -, ma abbiamo compreso negli aiuti anche i nidi e gli asili privati che non godono di sovvenzioni dallo Stato e le cui fondamenta stanno traballando per l’ovvio blocco delle rette da parte delle famiglie. E anche tali attività vanno supportate per una ripresa perché se comunque, anche in base al Dpcm, alcune attività potranno riaprire a partire dal 4 maggio, qualcuno poi deve spiegarci dove dovrebbero portare i propri bambini e a chi dovrebbero affidarli i genitori che lavorano”.