L’esperimento Borexino, operativo dal 2007 ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso, si avvia, dopo un lungo e articolato percorso preparatorio, alla chiusura e allo smantellamento.
Sono stati infatti predisposti i piani di smontaggio del rivelatore, per la cui elaborazione è stato necessario un grande dispiegamento di forze, che ha coinvolto il personale scientifico, tecnico e amministrativo dei Laboratori del Gran Sasso e dell’INFN, coadiuvato da personale esterno altamente qualificato e specializzato. “Grazie al grande lavoro di studio, pianificazione, organizzazione, è stato possibile completare e predisporre tutti gli aspetti inerenti le complesse e delicate procedure di decomissioning dell’apparato, in modo da garantire in tutte le fasi dello svuotamento e smontaggio del rivelatore la sicurezza dei Laboratori e la tutela dell’ambiente del Gran Sasso, come ampiamente documentato nella Vinca approvata dalla Regione Abruzzo. Al termine del difficile percorso preparatorio e delle procedure autorizzative, nei giorni scorsi la Giunta Esecutiva dell’INFN ha approvato l’avvio della gara europea per il decomissioning dell’esperimento, che porterà all’allontanamento dalle sale sperimentali dei LNGS dello scintillatore, chiudendo definitivamente la storia scientifica dell’esperimento”.
“Negli anni di funzionamento Borexino ha raggiunto e addirittura superato, tutti gli obbiettivi che si era prefisso nella proposta scientifica iniziale. Meno di un mese fa è stato sulla copertina della prestigiosa rivista internazionale Nature, per aver ottenuto la prima conferma sperimentale del processo che alimenta le grandi stelle, grazie all’osservazione dei neutrini provenienti da uno dei cicli principali che avvengono nel centro del nostro Sole: il ciclo Carbonio-Azoto-Ossigeno (CNO). Borexino, con il suo ultimo studio ha conquistato risonanza mondiale ed è entrato nella top ten 2020 dei risultati di fisica più importanti stilata dalla rivista internazionale Physics World (unico risultato di fisica astroparticellare in classifica). Un successo che Borexino aveva già ottenuto nel 2014 per la rivelazione dei neutrini prodotti nella reazione nucleare pp, quella che produce il 99% dell’energia del Sole. I risultati di altissimo livello che Borexino ha prodotto negli oltre dieci anni di attività sono stati possibili grazie alla sua grande sensibilità e alla sua estrema purezza. Le caratteristiche e le prestazioni raggiunte lo hanno reso un rivelatore unico al mondo per il suo bassissimo livello di fondo, un record tutt’oggi ineguagliato”.
E ancora: “Dopo anni di funzionamento ininterrotto, l’esperimento Borexino, che ha contribuito a fornire una completa comprensione del Sole, oltre che a studiare le proprietà dei neutrini, conclude così un percorso costellato da successi scientifici, che lo ha portato al top internazionale in questo campo di ricerca. In questa grande impresa scientifica, il contributo italiano è stato cruciale, sia per l’elevata competenza dimostrata dai gruppi di ricerca INFN coinvolti, sia per l’importante contributo fornito dall’infrastruttura dei Laboratori del Gran Sasso, che si confermano un luogo di ricerca di frontiera unico al mondo, sia per la fondamentale partecipazione delle molte realtà del territorio abruzzese che hanno supportato la realizzazione e il funzionamento del rivelatore”.