Tuttavia non è solo basandosi sulla mozione degli affetti- che indubbiamente mi tocca- o sul richiamo all’appartenenza, che mi si convince a fare un passo indietro: vorrei vedere qualcosa di più; ossia quale progetto di rinascita per l’Abruzzo si intende proporre ai nostri concittadini. Lo ripeto da tempo: dall’11 febbraio occorre governare questa Regione avendo chiare sin d’ora strategie e azioni da attuare.
E qui credo che anche oggi, chi affianca nelle strategie politiche Marsilio,avrebbe dovuto segnalargli che, ad esempio, sul tema dell’Ambiente, è giusta l’attenzione sul fiume Saline ma il vero simbolo dei disastri ambientali abruzzesi è Bussi, per la cui bonifica vi è una dotazione di €50milioni stanziati dal Governo Berlusconi quando io e Giovanni Legnini eravamo in Parlamento.
Somme che né i successivi Governi nazionali, né quello regionale hanno mai saputo utilizzare; ed ancora, mi si rivolge un appello all’appartenenza ed al mio essere di destra. Ma sul tema di questi giorni relativo al Bilancio regionale trovo assurdo che su di esso vengano scaricati scaramucce politiche e di appartenenza, appunto, quando invece andrebbe evitato il ricorso in dodicesimi perché a pagarne le conseguenze sarebbero cittadini e imprese già sottoposte da quasi un anno al blocco di ogni attività a causa delle scelte di D’Alfonso.
Anche qui, a mio avviso, avrebbe dovuto prevalere il senso di responsabilità verso la nostra regione piuttosto che la ricerca di una momentanea vittoria politica. Io avrei invece da subito illustrato il mio progetto di bilancio che avrei presentato come modifica legislativa al primo consiglio regionale dopo il 10 febbraio, all’indomani della vittoria elettorale.
L’Abruzzo per me viene prima del senso di appartenenza alla mia parte politica!