L’assessore regionale Mauro Febbo interviene sulla questione del DEA di II livello rispondendo al sindaco di Pescara, Carlo Masci.
“Il Sindaco Masci deve prendere atto che, dopo anni di confronti su numeri e approfondimenti, non esiste altra via che il Dea integrato fra i due nosocomi e non solo per soddisfare le direttive del decreto Lorenzin.
Il maggior numero di UOC dell’Ospedale di Pescara è stato determinato proprio da decreti dell’allora Commissario ad acta e presidente della Regione D’Alfonso che, ben prima dell’inizio di procedura di attuazione del Dea di II livello, con il silenzio assordante della componente teatina del partito democratico, sono stati spostati dall’ospedale di Chieti a Pescara. Cosa che non ha potuto fare per evidenti motivi strutturali per la cardiochirurgia che è rimasta e rimarrà a Chieti e non per motivi di campanile, ma per la storia recente che tutti conoscono e per la presenza della facoltà di Medicina, per cui quello teatino è ospedale clinicizzato.
Senza parlare dell’inutile sperpero di soldi pubblici per spostare il 118 all’aeroporto dopo che sono stati constatati che per dimensionalità, capacità di posteggio su gomma e pista di atterraggio e qualità della gestione dell’emergenza urgenza, il 118 di Chieti era già pronto per ospitare la centrale unica d’emergenza-urgenza. Sull’analisi dei dati, degli indici di appropriatezza e il numero di accessi e, quindi sulla qualità dei servizi assistenziali è difficile discernere in due parole e sono stati oggetto di analisi approfondita con esperti del settore e analisti che dopo numerosi incontri, relazioni ed analisi sono arrivati alla determinazione che l’ottimizzazione della resa di prestazioni si ottiene solo integrando i due ospedali. Il mio amico ed ottimo amministrazione Carlo Masci se ne faccia una ragione.
D’altronde, non c’è altra soluzione se non il DEA di II livello integrato fra i due ospedali.
Ipotesi che è stata certificata nuovamente giorni orsono dall’assessore regionale alla Salute Nicoletta Verì che ha predisposto una nuova relazione e articolate risposte al Tavolo di Monitoraggio tenutosi il 30 luglio scorso. Credo che sia ormai giunto il momento di superare queste sterili ed inutili richieste e polemiche ma di lavorare tutti per dare al nostro Abruzzo, una cittadella della sanità vasta Chieti-Pescara, che finalmente favorisca anche la mobilità attiva da altre provincie e regioni, con un servizio ed una assistenza sanitaria di eccellenza che sia a disposizione delle tante richieste di sanità che ci vengono rivolte.
Sono certo che il bravo sindaco di Pescara lavorerà insieme al governo regionale ed al sottoscritto per arrivare a questo risultato importante nell’interesse della salute degli abruzzesi al quale singolarmente non si arriverebbe mai, ma che i due nosocomi, in sinergia, sicuramente possono raggiungere”.