Cura Abruzzo, l’opposizione attacca: dei soldi annunciati arrivati solo una piccola parte

Dei 144 milioni annunciati dal Cura Abruzzo 1 e 2 solo un’esigua parte è arrivata a famiglie e imprese piegate dall’emergenza Covid e alle prese con una ripresa che si conferma dura e difficile. Ritardi, mancate coperture e mancati pagamenti: questo il panorama che si presenta dopo già diversi mesi dall’approvazione della prima misura a sostegno delle famiglie e che ha spinto il centrosinistra a denunciare la situazione sempre più allarmante in cui si trovano famiglie e imprese a cui erano dirette le misure.

 

Con le cifre il centrodestra è riuscito a fare bene solo la propaganda, perché i 97 milioni del Cura Abruzzo 1, sbandierati qualche mese fa agli abruzzesi di certo non sono arrivati e dei 47 del Cura Abruzzo 2 si stanno facendo i primi provvedimenti in questi giorni, ci vorranno ancora mesi perché arrivino a destinazione”, sottolineano i consiglieri del PD, Legnini Presidente, Abruzzo in Comune e Gruppo Misto, Silvio Paolucci, Dino Pepe, Antonio Blasioli, Pierpaolo Pietrucci, Americo Di Benedetto, Sandro Mariani, Marianna Scoccia.

 

“Atti alla mano, ad oggi i provvedimenti attuativi riguardano 57 milioni, ma solo 22 sono quelli realmente trasferiti ai beneficiari, di questi solo 12 i milioni erogati a sostegno delle famiglie abruzzesi, 10 milioni per il fondo dei Consorzi di Bonifica e zero alle imprese, in tutto nemmeno la decima parte di quanto promesso, perché il resto è fermo e su alcune misure si cercano ancora le coperture – chiariscono i consiglieri – Delle 33 misure previste per un valore annunciato di 144 milioni di euro, solo 2 sono quelle attuate e trasferite ai beneficiari, mentre altre 5 sono state avviate ma non ancora trasferite, per un valore di circa 35 milioni (bando aiuto alle imprese in attesa dell’istruttoria per 6 milioni; il fondo perduto alle piccole e medie imprese da 19,3 milioni; fondo scorrimento per le borse di studio per altri 3 milioni e il fondo rotativo ARAP per 5 milioni e 1,5 milioni per sicurezza e prevenzione del demanio marittimo). In pratica, mentre si acuisce la crisi economica e sociale, la Regione colleziona ritardi. Dei circa 97 milioni del Cura Abruzzo 1, solo 15 milioni sono stati effettivamente erogate (5 alle famiglie e 10 ai Consorzi di bonifica).

 

Dei fondi annunciati soltanto 18 sono risorse vere della Regione, in quanto 52 milioni di fondi rotativi, cioè risorse anticipate per essere restituite, ulteriori 15 milioni di anticipazioni da un fondo dello Stato per spese di protezione civile, 12 milioni per piccoli prestiti e garanzie alle imprese, fondi cancellati dal dettato del Cura Abruzzo 2 in seguito ai rilievi del MEF. I 18 milioni realmente stanziati dalla Giunta, in larga parte fermi come il resto della norma sono: 5 milioni di contributi alle famiglie; il fondo di solidarietà ai Comuni per 1 milione; un fondo per progetti di innovazione e sviluppo dedicato alle imprese del valore di 5 milioni; 1 milione di donazioni per la Protezione civile e il bando dell’Aiuta Impresa pari a 6 milioni. Dei 47 milioni del Cura Abruzzo 2, invece, solo 7 quelli erogati per lo scorrimento delle graduatorie per le famiglie bisognose, mentre sono 24 i milioni oggetto di provvedimenti ma non ancora erogati, ma i 19 milioni del bando per PMI e i 3 milioni delle borse di studio e la concessione di contributi per sicurezza e prevenzione del demanio marittimo regionale per 1,5 milioni attendono ancora decisioni. Istruttorie ferme e nulla di fatto da parte della maggioranza alla nostra proposta di emendamento per dimezzare tempistiche burocratiche e accelerare i procedimenti, una proposta di cui ci siamo fatti portatori perché arrivava direttamente dai beneficiari.

 

Una perdita di tempo che manca di rispetto a una comunità che aspetta. A partire dalle famiglie che avrebbero dovuto ricevere gli aiuti prima del Governo e invece l’ultimo elenco è stato pagato il 14 luglio, mentre il fondo alimentare dello stato il 2 aprile era nelle casse dei Comuni e pochi giorni dopo nelle mani dei cittadini. A seguire il mondo economico, quello del turismo: mentre si spendono milioni per favorire un modello di turismo che non ha ricadute sugli operatori e la comunità i fondi che avrebbero permesso a centinaia di operatori giacciono con la stagione che corre molto più veloce dei provvedimenti e delle risorse. Una lentezza che trova spiegazione non solo nell’eccessiva burocrazia degli interventi, ma nel difetto delle relative coperture che sono state annunciate, ma che in realtà sono tutte ancora da trovare. La loro capacità di essere rapidi si è rivelata con un ritardo di oltre 1 mese nell’iniziare a dare attuazione alla riprogrammazione anche dei fondi europei da utilizzare allo scopo: dal 1 aprile del Cura Abruzzo 1 solo il 12 maggio, con la DGR 260, si è dato l’input a riprogrammare FESR e FSE e aspettiamo ancora oggi che si concluda, intanto l’Abruzzo guadagna una maglia nera nazionale per la spesa di entrambe le linee di finanziamento.

 

Un gigante, la Regione Abruzzo, che nel momento più drammatico della sua storia partorisce un topolino, nonostante i suoi mezzi e un potenziale che in passato ha espresso ben altre cifre a vantaggio della popolazione e delle filiere economiche. Per queste ragioni e alla luce dell’accordo appena concluso in Europa dal Governo Conte che riverserà anche sulle Regioni nuove e ingenti risorse è ancora più evidente la necessità che si raccolga la sfida di una programmazione e di una visione del futuro di questa Regione. In tale direzione il centrosinistra aveva già avanzato una proposta per rimodulare complessivamente oltre 300 milioni di euro, dopo il confronto con le parti sociali su linee e settori strategici. A quelle risorse, già disponibili, si aggiungeranno i fondi previsti dal Recovery Found: è qui che si misura la capacità e la qualità dell’azione della Regione. In definitiva l’esecutivo regionale dopo 18 mesi deve necessariamente accettare la sfida del principale compito dell’istituzione Regione, ovvero programmare. Noi saremo controllori per la comunità, ma anche pronti a fare la nostra parte”.

 

I provvedimenti bloccati · Fondo rotativo di 20 milioni per i pagamenti ai fornitori: nessun atto. · Fondo perduto per PMI, 19 milioni di euro: bando pubblicato in questi giorni. · Fondo anticipazioni risorse statali, 15 milioni di euro: nessun provvedimento. · Fondo rotativo di 7 milioni per le Aziende pubbliche di servizio alla persona. · Fondo rotativo di 5 milioni, per le Aziende territoriali per l’edilizia residenziale. · Fondo rotativo di 5 milioni per ERSI, non ancora istruito. · Fondi per piccoli prestiti e per le controgaranzie, 12 milioni di euro: cancellati dal Cura Abruzzo 2. · Fondo aiuta imprese, 6 milioni: in attesa di istruttorie e graduatoria finale. · Fondo scorrimento borse di studio 3.126.000 euro: non ancora erogato. · Fondo per enti e associazioni culturali, 3 milioni di euro: nessuna procedura attivata. · Sostegno alle zone rosse, 1.500.000 euro: tutti se lo intestavano, nessuno lo ha attivato. · Eco bonus per ATER, 1.500.000 euro: nessun atto concreto. · Fondo a sostegno del turismo montano, 1.500.000 euro: nessun impegno. · Fondo di solidarietà ai Comuni 1 milione: nessun provvedimento. · Fondo per sostegno alle imprese con concessioni demaniali 3 milioni di euro (1,5 ai comuni – 1,5 alle imprese): in parte avviate e non concluse. · Fondo per l’editoria, 420.000 euro: si attende il bando, nessun atto prodotto. · Risorse per l’aeroporto d’Abruzzo, 500.000 euro: la stagione è nel vivo e non risultano atti.

 

 

 

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