L’esclusione, la segregazione e la discriminazione, erano già condizioni comuni alle persone con disabilità. Abituati a convivere con le malattie, la paura del futuro, la solitudine, il dramma del “dopo di noi”, Allenati dalla vita -e non dal coronavirus – alla resilienza, si ritrovano anche in una situazione di emergenza come quella generata dal COVID-19 ad essere gli ultimi della fila.
Al momento le persone con disabilita hanno perso tutto, tutto ciò che è necessario per la loro esistenza e per quella dei familiari cargiver. Chiusa la scuola, chiusi i centri di riabilitazione e quelli diurni, Interrotta l’assistenza domiciliare le persone con disabilità si ritrovano nelle più disparate forme di emergenza sociale. E se è possibile sostituire, e comunque non è ancora stato fatto, qualche forma di assistenza surrogandola in modalità telematica di certo non è attraverso un computer che possono essere cambiati pannoloni e traverse, così come non può essere gestita una persona con disabilità intellettiva. Questi ragazzi abitudinari sono disorientati, smarriti hanno perso certezze e punti di riferimento sono regrediti socialmente così come sono aumentate le stereotipie e ossessioni.
Dopo un mese e mezzo dai primi provvedimenti restrittivi causati dall’emergenza coronavirus i cargiver di persone con disabilità gravissima sono già allo stremo, 24 ore su 24 con esigenze fisiche e psichiche ingestibili, senza alcun aiuto. Terminati i giorni in più concessi dal governo ai sensi della legge 104 del 92 alcuni familiari sono costretti a valutare il licenziamento non avendo alcun tipo di alternativa, chi riesce tra mille difficoltà a gestire un lavoro da casa si ritrova a svolgere il ruolo di insegnante, infermiere, psicologo, fisioterapista, logopedista tutti insieme e per 24 ore consecutive tutti i giorni della propria vita. Con il DPCM del 26 aprile siamo nella cosiddetta fase 2 e ci aspettiamo dalla Regione Abruzzo, dal Governatore Marco Marsilio, dagli assessori Nicoletta Verì e Piero Fioretti, una risposta certa e chiara alla disabilità, e per far questo è necessario rivedere completamente tutto il sistema di welfare, altrimenti la situazione si trasformerà in un dramma sociale, sanitario ed economico devastante e qualcuno se ne assumerà la responsabilità!
Claudio Ferrante (Associazione Carrozzone Determinate)