La realtà è che i fondi previsti dal Governo non sono sufficienti tanto che l’attuale copertura basta per un solo mese”. Così l’assessore regionale al lavoro Piero Fioretti, della Lega, sulle accuse formulate alla Regione sui ritardi nella erogazione della cassa integrazione ordinaria e in deroga a circa 100mila lavoratori abruzzesi. Fioretti rende noto che fino alla giornata di ieri circa 7.500 datori di lavoro hanno presentato richieste per circa 17mila lavoratori, numeri che hanno portato ad impegnare circa 30 milioni di euro.
“Nella riunione di ieri con i colleghi delle altre Regioni – prosegue l’assessore – ci è stato comunicato che il riparto di 70 milioni per l’Abruzzo è stato ridotto a 57 perché il Governo ha dovuto coprire le tre settimane in più per le tre regioni, Lombardia, Veneto e Piemonte, che sono entrate prima in cassa integrazione, abbiamo chiesto non solo il ripristino ma il raddoppio del fondo visto che da stime a noi servono circa 150 milioni per per soddisfare le richieste relative alle 9 settimane”. Fioretti spiega dati alla mano l’insufficienza dei fondi: “in Abruzzo l’INPS ha considerato che 54.800 i lavoratori non coperti da ammortizzatori ordinari, quindi se si dividono 70 milioni con questo numero si arriva ad un cifra, per due mesi, di 1294 euro, il che significa 650 euro al mese, quindi un reddito di cittadinanza”.
“Non credo che questi lavoratori abbiano uno stipendio medio di 800 euro visto che l’80 per cento equivale a 640 euro. Non ci siamo – spiega ancora Fioretti – Bisogna mettere in campo soldi veri, finora si sono messe pezze. Ma la gente ha fame”. In relazione alla polemica sul mancato accordo con le banche abruzzesi per favorire la anticipazione della cassa integrazione, Fioretti sottolinea che per la Regione Abruzzo “vale l’accordo nazionale tra Governo, Abi e sindacati, a cui hanno aderito la totalità degli istituti di credito abruzzesi, non aveva senso sovrapporsi alle garanzie già fornite dall’INPS con il pagamento diretto o con il rimborso alle banche, avremo creato confusione”. Abbiamo preferito concentrare le risorse alle fasce più deboli della popolazione e alle imprese – conclude l’assessore salviniano.