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Covid, in Abruzzo più cassa integrazione che altrove: a rischio migliaia di esuberi

“Nel corso dell’emergenza sanitaria, l’utilizzo della cassa integrazione in Abruzzo è esploso in modo sensibilmente superiore rispetto alla media nazionale e questo indica quanto sia elevato il rischio che le aziende del territorio sostituiscano il ricorso agli ammortizzatori sociali con i licenziamenti, al momento bloccati.

 

Nei prossimi mesi potremmo trovarci di fronte a migliaia di esuberi”. A lanciare l’allarme è il segretario generale della Cgil Abruzzo Molise, Carmine Ranieri, che illustra i dati abruzzesi sull’occupazione e sull’utilizzo degli ammortizzatori sociali. “Nel terzo trimestre del 2020 – sottolinea Ranieri – nelle quattro province si registra una riduzione dell’1,1% degli occupati rispetto allo stesso periodo del 2019, percentuale destinata ad aumentare nel quarto trimestre a causa della seconda ondata pandemica. Il dato, tra l’altro, è sensibilmente calmierato dalla proroga del blocco dei licenziamenti, chiesto con forza dai sindacati, che andrà avanti fino al 31 marzo 2021.

 

A pagare maggiormente il conto della crisi sono i lavoratori precari e le donne, considerato che uno dei settori più in sofferenza è quello dei servizi, caratterizzato da un alto tasso di occupazione femminile”. In particolare, confrontando i dati Inps relativi al terzo trimestre 2020 con quelli dello stesso periodo dell’anno precedente, si osserva che il calo dell’occupazione femminile è pari a 7.000 unità, con una flessione del 3,3%. La caduta di tale indice, che in Italia è ben al di sotto degli standard europei, può avere ripercussioni negative sulla natalità nella nostra regione, già pesantemente in calo. Secondo le statistiche, infatti, i paesi con bassa partecipazione femminile al mercato del lavoro sono anche quelli con minore livelli di fecondità. Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali – in base a dati Inps – la cassa integrazione guadagni ordinaria, nel periodo gennaio-settembre 2020, rispetto allo stesso periodo del 2019, ha un incremento del 2.133%, superiore alla media italiana che è del 2.085%. Sulla Cig straordinaria si registra un incremento del 55% (14% in Italia). Per quanto riguarda i fondi di solidarietà c’è un incremento dell’11.000% rispetto al +7.600% della media italiana.

 

Questi numeri – evidenzia Ranieri – ci dicono che in Abruzzo c’è stato un ricorso massiccio a tali strumenti, utilizzati come alternativa ai licenziamenti. Il rischio, però, è che queste percentuali si trasformino presto in migliaia di esuberi. Ciò andrebbe a sommarsi alle centinaia di contratti a tempo determinato che non sono stati attivati o rinnovati nel corso del 2020″. “E’ necessario scongiurare in ogni modo la chiusura delle aziende ed è indispensabile stimolare, con le ingenti risorse europee che arriveranno in Abruzzo, che devono essere spese bene e presto – conclude il segretario generale – quegli investimenti pubblici e privati che possano dare una scossa al mercato lavoro e all’economia regionale”.