Anche i rifiuti raccolti nei domicili dei Covid positivi subiscono una “fase di quarantena” di nove giorni prima di essere riversati negli impianti di trattamento: è il tempo entro il quale, per l’Istituto superiore di sanità, il virus muore, a prescindere dal tipo di materiale contaminato.
C’è una filiera nella gestione in sicurezza dello scarto che cambia durante l’emergenza sanitaria, come ha spiegato l’assessore ai Rifiuti, Nicola Campitelli, alla redazione di “Sos Coronavirus”. “Stiamo rispettando le linee guida in materia di gestione dei rifiuti per coloro che sono in quarantena domiciliare; indicazioni che il presidente Marsilio ha calato nell’ordinanza n. 13”.
La procedura prevede che, anzitutto, chi è ristretto in quarantena domiciliare faccia sola la raccolta indifferenziata, e che tale scarto sia raccolto con un mezzo dedicato. Lo smaltimento avviene tenendo conto di alcune opzioni a scelta del gestore ma sempre prima conferendo i rifiuti in un impianto di sterilizzazione per la quarantena dei nove giorni. Dopo lo stoccaggio, la scelta avviene tra trattamento meccanico biologico o discarica in celle dedicate e protette con materiale anticontagio.
“Al momento, il contenuto numero dei Covid positivi in quarantena domiciliare e la riduzione significativa dei rifiuti, a seguito della chiusura delle attività, pensiamo ai ristoranti e ai bar, per esempio, ci consente di tenere la situazione sotto controllo. Quello che ora conta è aumentare i posti di terapia intensiva e salvare le vite degli abruzzesi”.