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Chiusura filiali Popolare di Bari: approvata risoluzione in commissione

Nel corso dell’odierna seduta della Commissione Bilancio è stata approvata all’unanimità la Risoluzione, a firma di consiglieri Fabrizio Montepara, Manuele Marcovecchio e Sandro Mariani, inerente la annosa questione della chiusura delle filiali abruzzesi della Banca popolare di Bari che sta interessando sempre di più tutto il territorio regionale.

 

Il documento mira a chiedere un impegno fattivo del Presidente della Giunta regionale, nel seguire l’evolversi della situazione e acquisire direttamente dalla dirigenza del gruppo bancario dati certi e aggiornati. Inoltre, si chiede di agevolare i lavori del tavolo permanente istituito presso l’Assessorato allo Sviluppo economico e concordare con i vertici dell’istituto bancario l’inserimento di un rappresentante abruzzese nel cda del gruppo. “Allo stato attuale, la Banca popolare di Bari – ha sottolineato il presidente della Commissione Bilancio Montepara – rappresenta una delle realtà bancarie maggiormente radicate in Abruzzo per numero di filiali, dipendenti, correntisti e risparmiatori.

 

Sono presenti: 101 filiali su un totale di 362 dell’intero gruppo bancario, la Puglia conta solo 80 filiali”. “La profonda ristrutturazione del gruppo bancario – ha aggiunto il presidente della Commissione Territorio Marcovecchio – potrebbe determinare in Abruzzo evidenti problematiche sociali derivanti dalla perdita di livelli occupazionali di un numero al momento indefinito di professionisti del settore sia bancario che dei settori collegati”. “La prevista chiusura di filiali, che oggi rappresentano il principale riferimento di intere comunità dell’area interna – ha spiegato Mariani – porterebbe la perdita di un servizio di primaria necessità che andrebbe ad aggravare la realtà economica già indebolita dalla sopravvenuta pandemia”.

 

“Atteso che la liquidazione implicherebbe l’azzeramento del valore delle azioni – ha concluso Montepara in caso di probabile soluzione liquidatoria, con rimborso dei depositanti, le ricadute del dissesto sarebbero assolutamente rilevanti sul tessuto economico”.