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Caro bollette: ecco le proposte per salvare famiglie e imprese

“Pronti a lavorare con la Regione al fine di mettere in campo misure a sostegno di imprese e famiglie contro il caro energia che si sta profilando per il prossimo autunno.

 

Dei 106 miliardi di euro di costi aggiuntivi stimati da una rilevazione del centro studi Cgia a carico delle imprese italiane, oltre 2 miliardi riguardano solo quelle abruzzesi, specie le medie e piccole che avranno più problemi ad ammortizzarli. I rincari annunciati rischiano di mettere in ginocchio anche migliaia di famiglie, specie quelle che vivono nelle aree interne e montane, che saranno le più esposte alla lotta contro il freddo.

 

L’Abruzzo promuova la nascita di un fondo da cui attingere incentivi a fondo perduto o fondo rotativo di finanza agevolata per le imprese, funzionale alla riduzione dei consumi energetici e, dunque, delle emissioni, e all’installazione di impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile per l’autoconsumo, dando priorità alle tecnologie ad alta efficienza. Per le famiglie, invece, occorre adottare idonei strumenti per sostenere le famiglie abruzzesi in difficoltà, soprattutto quelle residenti nei comuni montani, su cui peserà maggiormente il peso degli aumenti del gas necessario al riscaldamento invernale, attraverso agevolazioni (finanziarie o fiscali), contributi o bonus sociali;” queste alcune delle proposte dei consiglieri dei gruppi Pd, Legnini presidente, Abruzzo in Comune e Gruppo Misto hanno tenuto a Pescara per illustrare la risoluzione presentata al Governo regionale.

 

“Molte regioni si stanno già muovendo, non è possibile restare inerti, in attesa dei provvedimenti governativi – così i consiglieri Silvio Paolucci, Dino Pepe, Pierpaolo Pietrucci, Antonio Blasioli, Americo di Benedetto, Sandro Mariani, Marianna Scoccia –Faremo la nostra parte, com’è accaduto ogni volta che abbiamo promosso o appoggiato sostegni diretti alla comunità o ai comparti produttivi ed economici della nostra regione. La faremo anche dando voce al grido di allarme lanciato nei giorni scorsi dalle sigle rappresentative del mondo dell’artigianato, del commercio, della piccola industria, dei servizi e del turismo (Casartigiani, Claai, Cna, Confapi, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti), perché si dia spazio ad azioni e misure tanto straordinarie quanto necessarie ad evitare che molte realtà economiche chiudano e che le famiglie debbano privarsi ancora di linfa necessaria per vivere e riprendersi dai due terribili anni di pandemia”.

 

LA SITUAZIONE – Il rapporto del 23 luglio scorso dell’Ufficio Studi CGIA su dati Terna, Arera, Eurostat e GME stima a +105.955 milioni di euro il costo aggiuntivo che le imprese italiane subiranno quest’anno a causa dei rincari di energia elettrica e gas rispetto al 2019. L’incremento per la sola regione Abruzzo è pari a +2.368 milioni euro. Lo stesso studio precisa che i “106 miliardi di extra costo, tuttavia, potrebbero essere addirittura sottostimati. Se dal prossimo autunno la Russia dovesse chiudere ulteriormente le forniture di gas verso l’Europa, è probabile che il prezzo di questa materia prima subirà un’impennata che spingerà il costo medio dell’ultima parte dell’anno ad un livello molto superiore a quello registrato nei primi sei mesi del 2022. Una crisi riassunta in modo netto nelle cifre del monitoraggio di Nomisma per Confcommercio. La rilevazione di giugno 2022 vede salire al 140 per cento gli aumenti si base annuale la cui impennata al 70 per cento era già risultata pesante per imprese e famiglie. Nel complesso, i comparti macro del commercio nel 2022 soffriranno un aggravio di spesa più che doppio, cioè da 11 miliardi di spesa nel 2021 a 27 nel 2022. Forte l’impatto anche sulla spesa media annuale delle famiglie: che passa dai 540 euro dell’anno scorso ai 1.116 di oggi, a fronte di consumi medi sempre uguali e pari a 2.700 kWh.

 

LE PROPOSTE – La Regione deve mettere in campo azioni e strumenti per la promozione dell’efficienza energetica e dell’uso di energia rinnovabile delle imprese, così da concorrere al conseguimento degli obiettivi Europei e Nazionali funzionali a ridurre la dipendenza energetica da altri Paesi, salvaguardare l’ambiente e, come mai in questo momento, contrastare l’impennata dei costi energetici per non perdere competitività sui mercati. Quali:

Costituire un fondo regionale per erogare alle imprese incentivi (fondo perduto/fondo rotativo di finanza agevolata) finalizzati alla riduzione dei consumi energetici (e, dunque, delle emissioni) e a all’installazione di impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile per l’autoconsumo, dando priorità alle tecnologie ad alta efficienza;
Favorire check-up energetici gratuiti per le PMI e per le microimprese, al fine di consentire investimenti mirati a consentire il miglior risparmio energetico, con minori risorse finanziare possibili, senza sprechi. Vanno inoltre previste anche misure strutturali, a partire dalla formazione, inserendo nel catalogo formativo figure professionali specialistiche che operano nel campo dei servizi energetici, delineandone ruolo, funzioni, compiti e prospettive di sviluppo a vantaggio delle PMI.
Approvare interventi urgenti nei confronti delle famiglie abruzzesi in difficoltà, soprattutto quelle residenti nei comuni montani, su cui peserà maggiormente il peso degli aumenti del gas necessario al riscaldamento invernale, attraverso agevolazioni (finanziarie o fiscali), contributi o bonus sociali.

LE RISORSE – Sostegni utili e doverosi, ma anche possibili, utilizzando in questa fase emergenziale i 41,21 mln di euro derivanti dalla scadenza delle cartolarizzazioni per i disavanzi sulla sanità, i 17 mln di euro di minore spesa legati al piano di rientro e, a partire dal 2023, le maggiori risorse provenienti dai canoni idrici. Ma non solo. Occorre infatti prevedere accanto alle misure urgenti per fronteggiare il caro energia anche interventi strutturali finalizzati all’efficienza energetica degli edifici e dei processi produttivi, attraverso le ingenti risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, quelle del nuovo ciclo di programmazione dei Fondi EU 2021/2027, che stenta a partire, ma anche i fondi a disposizione del POR FESR 2014/2020, che conta ancora 122,65 milioni che non sono ancora oggetto di pagamenti.

 

I CONSUMI E LE FONTI RINNOVABILI IN ABRUZZO – La quota percentuale dei Consumi finali lordi di energia coperta da fonti rinnovabili, escluso il settore dei trasporti, nella Regione Abruzzo è pari al 28 per cento, secondo il rapporto di monitoraggio del luglio 2022 dal GSE. Un valore che, seppur più elevato rispetto alle previsioni del D.M. burden sharing (il dato qui è 19,1%), risulta nettamente inferiore ad altre Regioni e Province Autonome. Inoltre, dei 279 Ktep di energia elettrica prodotta in Abruzzo da fonti rinnovabili nel 2020, più della metà è di natura idroelettrica (149Ktep, 53%); a seguire il solare (81Ktep, 23%); l’eolico (31Ktep, 12%) e biogas, biomasse solide e bioliquidi sostenibili per la parte restante.

 

COSA FANNO LE ALTRE REGIONI – Lombardia: destinazione degli extraprofitti delle grandi imprese produttrici di energia siano destinate integralmente a una misura regionale di sostegno nel pagamento dei consumi energetici rivolta alle famiglie lombarde e alle piccole e medie imprese. Emilia Romagna: istituzione del Fondo Energia che interviene concedendo finanziamenti a tasso agevolato con provvista mista, derivante per il 70% dalle risorse pubbliche del Fondo (Por Fesr 2014-2020) e per il restante 30% da risorse messe a disposizione degli Istituti di credito convenzionati per l’efficientamento energetico imprese; richiesta al Governo di un tavolo di confronto per fissare tetto del prezzo del gas, incentivare la riconversione ad altre energie rinnovabili, rilasciare concessioni per utilizzo di canali già esistenti. Campania: pronto un Piano da 400 milioni per coprire l’aumento dei costi energetici alle imprese e che scelgono impianti a energia rinnovabile e bonus alle famiglie per alleggerire il costo delle bollette. Val d’Aosta: stanziamento di 12 milioni, 8 per imprese e 4 per le famiglie valdostane con ISEE non maggiore di 20.000 euro. Friuli Venezia Giulia: le misure di supporto al sistema produttivo della regione per restituire liquidità alle imprese, aiuti di importo limitato, fino a 500 mila euro per impresa; altri aiuti saranno previsti per i maggiori costi dovuti ad aumenti eccezionalmente marcati dei prezzi del gas naturale e dell’energia elettrica che coprono i costi aggiuntivi per le imprese dal primo Febbraio ai 31 dicembre 2022, per un importo complessivo non superiore ai 2 milioni di euro.