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Cancellati i tesserini segna catture per la pesca nelle acque libere

Consultando il sito della Regione Abruzzo si apprende con incredulità che sono state apportate due importanti modifiche alla Legge regionale sulla pesca nelle acque interne (L.R. n. 28 del 17/2017).

 

Come si legge dalle pagine della Regione “Con l’articolo 39 della l.r. n. 22 del 17 maggio 2023, pubblicata sul Burat n. 20 del 17/05/2023, è stato eliminato l’obbligo del possesso del tesserino segna catture per l’esercizio della pesca nelle acque libere della Regione Abruzzo. Si comunica pertanto che a far data dal 18 maggio 2023 per l’esercizio della pesca nelle acque libere della Regione Abruzzo è sufficiente avere con se la ricevuta del versamento della tassa regionale (ove dovuta) e un documento di identità in corso di validità”.

A un’attenta lettura della modifica di Legge, si evince come sia stata abolita anche la frequenza dei corsi di formazione per i pescatori (questione non evidenziata nell’avviso pubblicato sul sito della Regione Abruzzo).

I corsi di formazione, tra l’altro fortemente voluti e richiesti nell’ambito della definizione della Legge Regionale proprio dal rappresentante del WWF alla consulta della pesca, Vincenzo La Monaca, rappresentavano un momento fondamentale di approfondimento e confronto rispetto alla gestione della fauna ittica e dell’impatto che l’attività di pesca può comportare sugli ecosistemi e non si ravvisa la necessità di eliminarli.

Gravissima è l’eliminazione del tesserino segna catture, che come noto e come si legge sul sito stesso della Regione Abruzzo, è lo strumento per ricavare informazioni sulla tipologia del pescato, sui prelievi annui per progettare mirati piani di ripopolamento dei corsi d’acqua e anche per capire il tipo di attività di pesca praticata (notturna, nokill, a prelievo etc.). I dati uniformi raccolti con il tesserino sono confrontabili ed utilizzabili anche per elaborazioni statistiche e studi scientifici. È inoltre uno strumento indispensabile per il controllo dell’attività alieutica da parte degli addetti alla vigilanza.

Come si potrà ora, senza più l’obbligo del tesserino, procedere alla raccolta dei dati, ai confronti statistici e agli studi scientifici e ai controlli?

Soprattutto sarà molto difficile procedere a successivi ripopolamenti senza avere i dati di quelli già effettuati, tra l’altro investendo non poche risorse pubbliche.

“Questa amministrazione regionale – commenta Filomena Ricci, delegata WWF Abruzzo – continua a trattare le questioni ambientali con preoccupante pressappochismo addirittura modificando in peggio leggi esistenti e perdendo puntualmente l’occasione per far crescere il confronto e la formazione di tutti gli attori presenti sul territorio nonché di basare le scelte da effettuare su dati ed evidenze scientifiche”.

Il WWF Abruzzo nella nota inviata al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e a ISPRA si chiede, inoltre, se per la modifica della legge regionale sia stato coinvolto anche l’Istituto Zooprofilattico quale organo tecnico scientifico di riferimento, visto che uno dei compiti principali dell’Istituto è proprio quello di raccogliere i dati relativi alla pressione e allo sforzo di pesca nelle acque interne, in collaborazione con le associazioni dei pescatori (art. 5, comma 3 let. b, L.R. 28/2017).

Esprime dissenso per la modifica di legge anche il Presidente nazionale del WWF Luciano Di Tizio che è anche socio dell’AIIAD (Associazione Italiana Ittiologi Acque Dolci) e che da sempre ribadisce la necessità di una corretta raccolta dati su cui basare le scelte di programmazione sul territorio.

Il WWF Abruzzo chiede, dunque, un intervento degli Enti di controllo affinché venga cancellata la modifica di legge che mina la possibilità di studio, controllo e programmazione dell’attività di pesca sul territorio abruzzese e venga ripristinata la normativa esistente.