Tra le osservazioni spicca la richiesta di esclusione dalla caccia alla Tortora selvatica: una circolare del 22 marzo scorso del Ministero per la Transizione ecologica ha annunciato che “in assenza di un adeguato piano di gestione della Tortora selvatica appare ineludibile una moratoria dell’attività venatoria sulla specie”. Si ricorda che la Tortora selvatica è classificata come SPEC1, cioè globalmente minacciata dal BirdLife International e come Vulnerabile dalla Lista Rossa mondiale.
La Commissione europea nell’ambito della Direttiva 79/409/CEE sulla conservazione degli uccelli selvatici indica che nel caso di una specie in declino la caccia non può essere considerata sostenibile se non in presenza di un adeguato piano di gestione. Ebbene il Ministero ha dichiarato di aver redatto con il supporto di Ispra un piano di gestione e di averlo sottoposto alla Conferenza Stato-Regioni. Incredibilmente nella riunione del 20 aprile scorso le amministrazioni regionali, tra le quali quella abruzzese, hanno detto no a tutele anche minime per la Tortora selvatica, consentendone addirittura la caccia in preapertura. Non si è però provveduto all’approvazione del Piano, senza il quale la caccia a questa specie resta di fatto vietata, tanto in preapertura della stagione venatoria quanto in apertura ordinaria. La stessa Regione Abruzzo s’impegna del resto, nel proprio Piano Faunistico Venatorio Regionale (PFVR), ad adeguarsi alle indicazioni contenute nel Piano nazionale di Gestione della specie ammettendo che sulla base di un modello preliminare “i livelli attuali di pressione venatoria sono molto probabilmente insostenibili”.
Il WWF ritiene dunque inevitabile l’esclusione della Tortora selvatica tra le specie cacciabili dal prossimo calendario venatorio abruzzese e chiede la modifica dello stesso, che così formulato apre la via ad azioni legali/giudiziarie. Tra le altre richieste dell’Associazione c’è l’apertura unica al 1° ottobre per tutte le specie cacciabili, mentre il calendario attuale prevede la preapertura al 19 settembre alla gran parte degli uccelli e a tutte le specie acquatiche. Una scelta scellerata che riporta indietro la Regione Abruzzo di diversi anni, in quanto molte popolazioni non sono nelle condizioni di sostenere la caccia anticipata. L’apertura generale a ottobre, richiesta anche dall’ISPRA, andrebbe a ridurre gli impatti negativi sulla fauna selvatica, anche su quella non cacciabile: a settembre molti animali sono infatti ancora nella fase di cura della prole. Sarebbe inoltre ottimizzata la vigilanza venatoria (sempre meno presente sul territorio a causa dello smantellamento di fatto delle Polizie provinciali) con riduzione del bracconaggio.
Il WWF segnala inoltre che ancora una volta la Regione non rispetta le sue stesse disposizioni! La Delibera di Giunta n. 480 del 05.07.2018 ha definito infatti la perimetrazione dell’Area Contigua del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e invece, a tre anni di distanza, il calendario venatorio 2021-2022 semplicemente ignora quella delibera utilizzando una terminologia impropria e omettendo la modifica del carico venatorio e la definizione di modi e tempi di caccia distinti per l’Area Contigua, così come previsto dalla L. 394/91. Per quanto riguarda la Coturnice il WWF Abruzzo richiede, quale unica possibile azione concreta di tutela, la sospensione della caccia. L’attuale sistema di “prelievo sostenibile” previsto dal calendario venatorio non ha prodotto finora alcun miglioramento relativo allo status della specie. Come riportato nel PFVR, l’Abruzzo ha ruolo chiave per la salvaguardia della Coturnice sull’Appennino, ma lo stato della popolazione, sempre secondo quanto indicato dal PFVR, viene ritenuto in decremento negli ultimi 15 anni. Come è noto, la specie è inserita nell’Allegato I della Direttiva “Uccelli” 2009/147/EC e ha uno stato di conservazione sfavorevole in Italia. Il WWF chiede inoltre la chiusura della stagione venatoria a tutte le specie di uccelli al 31 dicembre, secondo il principio di garanzia della completa protezione delle specie.
In particolare, per la Beccaccia si chiede di rispettare i periodi di caccia indicati dall’ISPRA e dal Consiglio di Stato per la specie, cioè la chiusura della caccia al 31 dicembre, senza deroghe, come invece proposto dal calendario venatorio che estende il periodo di prelievo fino al 20 gennaio e per il Colombaccio che addirittura si prevede cacciabile fino al 13 febbraio 2022. Ancora una volta si propone nel calendario venatorio la caccia collettiva in Zona ZPE C2 – aree importanti per la presenza e l’ampliamento dell’habitat dell’Orso bruno marsicano, che se anche esercitata con un solo cane, produce effetti potenzialmente negativi sul plantigrado.
Il calendario venatorio proposto non rispetta quanto previsto dal Piano d’azione sull’Orso bruno marsicano (azione B5) che indica, per tale area, l’utilizzo della tecnica della girata e non quella della caccia in battuta, indipendentemente dal numero di cani utilizzati. “Nel calendario venatorio 2021-2022 – dichiara Filomena Ricci, delegato regionale del WWF Abruzzo – permangono diverse criticità, alcune delle quali pensavamo superate da anni. Auspichiamo che la Regione, in un’ottica di dialogo e collaborazione, accolga in fase di discussione le nostre osservazioni. In ogni caso saremo pronti a impedire azioni che causino danno al patrimonio faunistico e agli interessi della collettività, che non possono essere sacrificati per soddisfare le miopi esigenze di pochi”.