A renderlo noto è una nota della Regione, che prosegue: “Gli esiti del processo penale, sebbene non abbiano consentito l’applicazione della pena agli imputati riconosciuti autori dei delitti per cui si procedeva, fondano l’instaurata azione civile, poiché sono stati riconosciuti come avvenuti sia il disastro ambientale sia l’avvelenamento delle acque”.
Ministero e Regione hanno quindi avviato una causa risarcitoria per ottenere il ristoro del danno ambientale e, per quanto riguarda la Regione Abruzzo, anche del danno all’immagine, oltre che il ripristino dello stato dei luoghi, attraverso interventi di riparazione ambientale ovvero compensativi dei territori coinvolti.
La domanda formulata nell’interesse del Ministero dell’Ambiente è quantificata in oltre un miliardo di euro, in base a una consulenza svolta dall’Ispra nel processo penale, mentre quella nell’interesse della Regione Abruzzo in oltre mezzo miliardo di euro.
“Ministero dell’Ambiente e Regione”, si lege ancora nella nota, “chiedono a Edison Spa di provvedere alla bonifica integrale delle aree di Bussi e dell’intera Val Pescara, colpite dalle conseguenze di decenni di contaminazione ambientale. Sono coinvolti i terreni e le acque di falda e superficiali dei fiumi Tirino e Pescara”.
“Chi inquina paga. Non è un principio astratto ma si sostanzia con questa azione concreta che per noi è fondamentale – commenta ministro Sergio Costa – Nel passato l’intero territorio della val Pescara è stato avvelenato mettendo a rischio la salute di circa 400 mila persone. Lo Stato non può rassegnarsi a una sentenza penale che ha lasciato un senso di ingiustizia e questi territori senza il dovuto intervento di bonifica. Che quest’azione risarcitoria sia l’inizio di un riscatto per l’intera regione e un esempio per tutto il Paese”, conclude il Ministro
“La Regione Abruzzo reagisce con forza per tutelare il futuro degli abitanti della zona della Val Pescara e di tutti coloro che vorranno visitare le bellezze naturalistiche della nostra regione – aggiunte il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio – il giudizio penale ha acclarato precise responsabilità ed è giusto e necessario che si provveda alla bonifica delle aree interessate”.
Con una nota rilasciata nel pomeriggio, Edison ribatte ritenendo infondata la richiesta di risarcimento, affermandosi “pronta a onorare i propri obblighi e a affrontare, come avvenuto in passato, con serenità e serietà l’iniziativa del Ministero dell’Ambiente, rispetto alla quale non mancherà di intraprendere tutte le possibilità di difesa a propria tutela”.
La società comunque ritiene che “la valorizzazione economica del danno indicata nella richiesta del Ministero dell’Ambiente sia basata su stime e parametri infondati e su elementi errati e non accertati”.
“Inoltre”, prosegue la nota, “il Ministero richiede attività di bonifica solo a Edison, che è peraltro l’unico soggetto a essersi fatto carico – anche economicamente – delle azioni di ripristino del territorio. La società ha già avviato le attività propedeutiche alla bonifica che si è impegnata a portare a termine, come da progetto presentato al Ministero dell’Ambiente nel 2018 e progressivamente integrato accogliendo le richieste di tutti gli enti competenti.
“La società ricorda che ci sono altri soggetti responsabili della bonifica, privati e pubblici, e auspica che tutti facciano la loro parte”, conclude Edison.