E senza la firma di quel documento non è possibile programmare o avviare alcun progetto”. Lo precisa l’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì, replicando alle accuse lanciate dal sindaco di Lanciano, Mario Pupillo sulla costruzione del nuovo ospedale cittadino. “Quei 143 milioni – continua l’assessore – sono stati solo assegnati alla Regione Abruzzo, ma non ancora deliberati o tantomeno erogati.
Chiedo al sindaco di Lanciano di farci sapere, visto che dice di esserne a conoscenza, qual è l’accordo di programma (approvato dal Ministero delle Finanze e da quello della Salute) che renderebbe utilizzabili queste somme. Va poi ulteriormente chiarito che, in ogni caso, che l’accordo presentato a suo tempo (e per fortuna non approvato), deve essere aggiornato alla luce dei nuovi finanziamenti per l’adeguamento sismico delle strutture”. L’assessore Verì si dice consapevole delle carenze infrastrutturali in cui versano molti ospedali abruzzesi (tra cui quello di Lanciano) ed è proprio per questo che l’attuale giunta regionale ha avviato una profonda riflessione per elaborare un programma serio di investimenti, basato su priorità che saranno individuate insieme alle Asl. E’ evidente, infatti, che con 143 milioni di euro non è possibile costruire 4 nuovi ospedali, ognuno dal costo medio di circa 80 milioni. “Ricordo ancora una volta – prosegue la Verì – che i progetti per i nuovi nosocomi di Lanciano, Vasto, Avezzano e Sulmona non sono della giunta Paolucci-D’Alfonso, ma risalgono all’amministrazione di Gianni Chiodi, quando ero presidente della Commissione consiliare Sanità. Accusare me di essere insensibile ai problemi dell’ospedale Renzetti è dunque semplicemente infondato. Piuttosto sono io che chiedo all’ex assessore Paolucci cosa ha fatto concretamente, in 5 anni, la precedente giunta per far partire i cantieri dei nuovi ospedali abruzzesi”. Per l’assessore quelle scelte sono tutte in astratto auspicabili e condivisibili, ma sono ormai risalenti e non rispondenti alle modifiche normative intervenute nel frattempo.
“E’ necessaria una verifica approfondita – rimarca – sia per analizzare la compatibilità con i piani di fabbisogno di personale e sia soprattutto per la loro sostenibilità finanziaria, perché prevedevano una compartecipazione del privato intorno ai 150 milioni di euro, da rimborsare come canoni negli anni della successiva concessione”. Il costo corrispondente ad una anticipazione di quel genere, per una durata media di 25 anni, ammonterebbe a non meno di 20 milioni annui a carico del bilancio delle Asl interessate.
Il tutto senza la prova di reali economie di gestione derivanti dalla realizzazione dei nuovi ospedali. Anzi, verrebbero erose quote consistenti della spesa corrente (quella cioè destinata all’assistenza sanitaria) per saldare i canoni al privato. “E lo sa benissimo anche l’ex assessore Paolucci – conclude l’assessore – che il 2 febbraio 2018 attestò che i canoni sarebbero stati garantiti dal bilancio regionale. Questo governo regionale, invece, punta a individuare nuove fonti di finanziamento che siano sostenibili per le casse delle Asl e non vadano a sottrarre risorse all’assistenza ai cittadini. Questo è il nostro obiettivo e gli abruzzesi possono stare certi che lo centreremo”.