Bonafede in Abruzzo: visita a sorpresa al tribunale di Sulmona e alle periferie calde di Pescara

Pescara. E’ iniziata con una visita a sorpresa al tribunale di Sulmona la giornata in Abruzzo di Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia che ha affiancato la candidata del M5S alla presidenza della Regione Sara Marcozzi.

“il presidente del tribunale e il presidente dell’ordine degli avvocati di Sulmona – ha sottolineato – erano contenti di ricevermi senza preavviso per condividere con me un percorso all’interno del tribunale che mi desse una immagine reale di quella che e’ la quotidianita’ nei luoghi della giustizia e in una realta’ virtuosa, perche’ i tribunali in Abruzzo rappresentano una realta’ virtuosa che noi abbiamo gia’ deciso di custodire nel momento in cui nella legge di Bilancio ci siamo dati un anno di tempo per ripensare un po’ il sistema”.
Occasione per parlare della tragedia di Rigopiano e delle successive inchieste, nonché della recente richiesta di mandare gli ispettori in Procura per “”individuare eventuali irregolarità di competenza nella gestione degli uffici preposti alla trattazione del caso”, avanzate dal senatore grillino Primo Di Nicola. “Io prendo in carico tutte le segnalazioni che arrivano. Ci tengo a dire che prendo in carico circa un migliaio di segnalazioni all’anno e poi le faccio verificare ai miei uffici e laddove, a seguito delle verifiche, c’e’ l’esigenza di mandare gli ispettori, mando anche gli ispettori”, ha detto il ministro.

Nel pomeriggio, poi, si è spostato a Pescara, dove ha visitato le periferie calde, Rancitelli, Fontanelle e San Donato e via Passo della Portella, dove si registrano da tempo episodi di spaccio di droga, estorsioni, e sopratutto occupazioni abusive di alloggi popolari, incontrando chi vive e si batte per la legalità. “Parlavo – ha detto ancora il Ministro – con Nello Raspa (presidente del centro Associazione Insieme per Fontanelle, Ndr.) e mi diceva che gli hanno incendiato la macchina, hanno preso a martellate il suo portone con una violenza tale da fargli pensare che fossero spari. Queste persone poi scendono in strada il giorno dopo e continuano a lavorare con lo stesso impegno di prima, anzi con maggior determinazione perché sanno che stanno portando avanti una battaglia fondamentale per il futuro di questo Paese. Io oggi vengo a dire loro grazie e a dire loro che non sono più soli”.

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