La guerra dell’arrosticino. Le rivendicazioni del territorio abruzzese

Può sembrare strano, ma in Abruzzo si sta litigando per uno dei fiori all’occhiello della gastronomia locale: gli arrosticini.

Il perno della querelle è legato alla diversa certificazione da attribuire al piatto: Dop o Igp? Sebbene sembri una differenza da poco, in realtà non lo è affatto, anche perché per fare gli arrosticini la carne proveniente dall’estero è indispensabile. Insomma, per fare gli arrosticini è necessario usare solo carni italiane o si può ammettere anche l’uso di carni estere?

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Gli arrosticini sono al centro di una inattesa controversia: è meglio riconoscere il marchio Igp o puntare al Dop? Ecco cosa cambia – abruzzo.cityrumors.it

Sul tema, i ristoratori sono divisi. Secondo alcuni sarebbe meglio fermarsi al solo marchio Igp, mentre altri ritengono che sia meglio blindarli con un marchio Dop.

La differenza sarebbe notevole: in caso di certificazione Igp, infatti, sarebbe possibile preparare gli arrosticini anche con carne proveniente dall’estero, mentre in caso di certificazione Dop, bisognerebbe attenersi solo a carne di ovini allevati in Abruzzo.

Un dilemma su cui la comunità è divisa

La controversia è dunque non certo priva di effetti sostanziali. Da due anni e mezzo al Ministero dell’Agricoltura c’è una fase istruttoria avanzata per l’Igp, ma molti pastori sono contrari a questa certificazione, pur nella consapevolezza che con i soli capi allevati in regione (circa 160.000) sarebbe impossibile soddisfare la domanda attuale di arrosticini, in forte crescita, per la quale servirebbero ben 900.000 capi.

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La comunità abruzzese si interroga a gran voce su quale sia la strada migliore di questo bivio – abruzzo.cityrumors.it

Incerta è anche la posizione di Confagricoltura e Coldiretti, ancora alla ricerca di una politica comune sull’argomento.

Nel frattempo, la moda degli arrosticini sembra esplodere non solo in tutta Italia (molti abruzzesi hanno felicemente esportato questo patrimonio della cucina regionale in tutte le parti della Penisola) quanto anche nel resto del mondo.

Come in ogni storia, poi, c’è anche un aspetto un po’ più oscuro. Il boom degli arrosticini sembra infatti aver cannibalizzato in buona parte la varietà e la specificità di una cucina, quella regionale abruzzese, unica nel suo genere, costituita da centinaia di piatti di terra e di mare arricchiti da vini e oli di alta qualità, che conducono la tradizione secolare di questa parte d’Italia nella cucina più moderna.

Insomma, sugli arrosticini la controversia sembra essere aperta, e non certo facilmente sbrogliabile. Chi avrà la meglio tra una visione più restrittiva e rigorosa, e una più aperta alla possibilità di sfruttare in ambito globale questo prodotto?

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