L’ultima doccia fredda arriva direttamente dall’Agea (Agenzia per le Erogazioni in agricoltura) che boccia ben due bandi del PSR”. Questo il commento del Consigliere regionale Mauro Febbo che spiega: “L’Agea, attraverso una nota ufficiale, ritiene sbagliata la procedura di valutazione della finanziabilità delle domande presentate, basata unicamente sull’ordine cronologico di rilascio al portale, e sul conseguimento del punteggio minimo richiesto, in quanto non è conforme a quanto stabilito dai regolamenti e dalle linee guida dello Sviluppo Rurale che prevedono, per tutte le domande, un controllo di ammissibilità e una successiva selezione dei progetti.
I due bandi sono quello inerente infrastrutture e recinzioni per ostacolare l’ingresso degli animali selvatici sulle colture agro-silvo-pastoralie e quello relativo alla prevenzione dell’erosione del suolo. Insomma, l’ennesimo pasticcio che segna in modo negativo un settore che soffre da molto tempo la disorganizzazione e la superficialità di questo governo regionale. Sono anni che porto avanti le mie denunce mentre si assiste impassibili a una pessima gestione del PSR che ha portato a record negativi.
Infatti, la nostra regione registra una delle peggiori performance: è addirittura la terzultima per la capacità di raggiungere gli obiettivi di spesa. Abbiamo bandi bloccati, graduatorie ancora non pubblicate, il bando per il primo insediamento che cammina a rilento e non capisco dove sono tutti questi nuovi giovani agricoltori vantati dall’assessore Pepe. Forse solo sulla carta. Per non parlare della Misura degli investimenti con gli imprenditori che attendono invano da due anni di sviluppare interventi all’interno delle proprie attività agricole.
Come bloccata è la misura relativa ai fondi destanti ai Comuni (7.4) per la quale non si ha traccia della graduatoria dopo quasi due anni della sua pubblicazione. A questi bandi si aggiungono anche i finanziamenti collegati ai GAL in attesa di partire e non si intravedono tempi certi per la loro pubblicazione. Quindi oggi abbiamo milioni di euro fermi, un settore totalmente paralizzato, poche agroindustrie finanziate, aziende agricole vere in forte affanno e giovani che scappano dal mondo agricolo e dalle aree interne. Ciò significa che siamo vicini al disimpegno ossia alla restituzione delle risorse alle Unione Europea. Questa – conclude Febbo – è la grave situazione del mondo agricolo che D’Alfonso e Pepe lasciano in eredità”.