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Abruzzo in zona rossa, Marsilio: ristori per il nuovo stop alle attività

La Conferenza delle Regioni ha accolto e fatto propria la sollecitazione del Presidente Marsilio a richiedere nuovamente al Governo di estendere il diritto ai ‘ristori’ anche alle attività colpite da restrizioni adottate in virtù di ordinanze regionali.

 

In ogni caso, il Presidente Marsilio informa che le attività commerciali che da domani dovranno chiudere dovranno semplicemente attendere che venerdì (o al più tardi sabato) il Ministro Speranza ratifichi con propria ordinanza la classificazione come “zona rossa”, e automaticamente rientreranno nel novero delle attività aventi diritto al ristoro.

 

Peraltro, trattandosi di ristoro “forfettario”, la diversa decorrenza del provvedimento non modifica in nulla l’entità dello stesso.

 

Misure economiche immediate e tempestive a sostegno di tutte le categorie economiche chiuse con la proclamazione dell’Abruzzo come Zona Rossa. Dopo il primo lockdown di primavera, centinaia e centinaia di piccole e medie attività che appena oggi stavano cercando di rimettersi in piedi, rischiano ora il collasso dovendo abbassare di nuovo la propria saracinesca da domani sino almeno al 3 dicembre, e parliamo di attività che rappresentano l’ossatura, una delle colonne portanti del nostro sistema produttivo. Centinaia di attività che di fatto oggi si vedono private del volume di incassi strategico tradizionalmente legato al periodo pre-natalizio e poi alle festività vere e proprie e che oggi non possono materialmente permettersi una chiusura tanto estesa, specie per quelle aree che, di fatto, hanno ancora un indice di contagio ben al di sotto del limite nazionale.

 

Da questo momento parte la marcia istituzionale per supportarle in modo adeguato e per arrivare insieme, tutti in piedi, al giro di boa di fine anno”. Lo ha annunciato il Presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri all’indomani della firma dell’ordinanza regionale con la quale è stata di nuovo istituita da Zona Rossa su tutto l’Abruzzo a partire da domani, mercoledì 18 novembre. “Lo ribadisco: la salute viene prima di ogni altra cosa, e sicuramente la Zona Rossa estesa all’intero territorio regionale risponde alla volontà da un lato di tutelare quelle aree già duramente colpite dalla seconda ondata della pandemia, come l’aquilano, e dall’altro di contenere quanto più possibile l’estensione del contagio nelle zone che vivono una pressione inferiore – ha ricordato il Presidente Sospiri -, e soprattutto di tutelare i nostri ospedali, i nostri professionisti della sanità che comunque da otto mesi stanno lavorando sotto stress per il Covid-19.

 

Tuttavia è altrettanto evidente che oggi non tutto il tessuto produttivo ha le condizioni strutturali per sopportare il peso della seconda chiusura: penso, ad esempio, alle migliaia di attività che operano nel commercio dell’abbigliamento o degli accessori, che avevano già fatto rifornimento dei magazzini sperando nel Natale quale periodo di tradizionale ripresa rispetto a un anno davvero nero, e che da domani di nuovo si troveranno a piedi, negozi chiusi e zero incassi, ma con le bollette, i fitti e il personale da pagare comunque. E allora qui deve ora emergere la forza della nostra azione politica e amministrativa: dobbiamo individuare subito adeguati sostegni economici destinati in modo specifico alle categorie economiche chiuse, almeno da domani sino al prossimo 3 dicembre, a fronte di un futuro a medio e lungo termine per il quale non v’è alcuna certezza.

 

Su questa urgenza sociale, oltre che economica – ha sottolineato il Presidente Sospiri – voglio vedere la convergenza unanime di tutte le forze politiche perché qui è in gioco la partita più importante, la vita, e non la semplice sopravvivenza, dell’economia abruzzese, perché tutti sappiamo che l’impatto economico della nuova chiusura completa sarà comunque devastante, e noi invece dobbiamo anche assicurarci che poi ogni singolo imprenditore commerciale possa avere effettivamente la forza di riaprire la propria bottega a Natale. Nel frattempo chiedo rigore, chiedo che i sindaci rafforzino al massimo i controlli sul territorio per impedire assembramenti, valutando anche l’opportunità di ordinanze locali circoscritte nelle quali, ad esempio, si imponga ai cittadini di rimanere a casa il sabato e la domenica, o anche la sera una volta finito il lavoro, perché il mondo del commercio non può continuare a pagare la voglia irrefrenabile di una passeggiata né l’irresponsabilità di pochi”.