Ma questi fondi arriveranno a destinazione solo quando gli istituti presenteranno i progetti.
Questo fatto non è scontato, perché molte scuole del territorio si trovano a fare i conti con mancanza di personale e di tempo da dedicare adeguatamente alle risorse del Pnrr, così come ci ha raccontato una dirigente scolastica aquilana.
Inoltre, la ripartizione di queste risorse non è stata individuata in base ai fabbisogni specifici delle scuole. Nonostante ciò, il piano “Scuola 4.0” rappresenta un’opportunità da cogliere. Anche per questo, è giusto rendere disponibili i dati sui finanziamenti di cui potrebbe beneficiare ogni singolo istituto della regione.
Nel corso dell’anno appena iniziato torneremo su questo argomento, attraverso un’inchiesta a puntate, arricchita da interviste e testimonianze, come quella della dirigente scolastica aquilana Serenella Ottaviano, le cui dichiarazioni sono presenti nell’articolo integrale su openpolis.it.
In cosa consiste il piano “Scuola 4.0”
La possibilità di usufruire di dispositivi digitali ma anche il possesso di competenze adeguate per sfruttarli al meglio rappresentano una delle sfide che il sistema educativo italiano è chiamato ad affrontare nei prossimi anni.
Per raggiungere questo obiettivo, il nostro paese si è dotato del su citato piano “Scuola 4.0”. A questo progetto contribuisce anche il Pnrr con un investimento considerevole: 2,1 miliardi di euro.
Sulla digitalizzazione delle scuole l’Abruzzo soffre di gravi carenze anche rispetto ad altre regioni del mezzogiorno. In questo senso le risorse del Pnrr saranno importanti, anche se non serviranno a colmare il gap con altri territori del paese.
Il piano è stato adottato con un decreto del ministero dell’istruzione lo scorso giugno. Questo atto fornisce una serie di indicazioni pratiche per il raggiungimento degli obiettivi finanziati dal Pnrr, attraverso la misura denominata “Scuola 4.0 – scuole innovative, nuove aule didattiche e laboratori”.
Il fine di questo investimento è quello di accompagnare la transizione digitale della scuola italiana, trasformando le aule scolastiche in ambienti di apprendimento innovativi, connessi e digitali.
Il contesto di partenza
L’indagine ufficiale del ministero dell’istruzione relativa all’anno scolastico 2014- 2015 offriva alcune indicazioni interessanti. A quella data, le regioni con più tecnologie per alunno risultavano essere la Lombardia ma anche alcune del mezzogiorno come la Calabria. Questa in particolare era prima per numero di dispositivi totali (5,3 alunni per dispositivo). L’Abruzzo era terzultimo, con una media di 10,7 alunni per dispositivo.
Queste tendenze venivano confermate anche qualche anno dopo, nell’anno scolastico 2018-2019, l’ultimo prima della pandemia. Per quanto riguarda la disponibilità di pc e tablet nelle scuole, infatti, l’Abruzzo si attestava al 14esimo posto con un dato medio che oscillava tra i 4,9 e i 6,6 dispositivi ogni 100 alunni.
Come si distribuiscono i fondi
Un decreto del ministero dell’istruzione entrato in vigore nel settembre scorso ha ripartito le risorse tra i diversi istituti italiani. L’atto in questione ha suddiviso i fondi in distinte “azioni”. L’azione 1 è dedicata alla trasformazione delle aule in ambienti innovativi di apprendimento (questa definizione può essere interpretata come l’acquisto di dispositivi digitali come pc, tablet, lavagne interattive eccetera). L’intervento assorbe circa 1,3 miliardi di euro, pari al 62% del totale.
L’azione 2 (425 milioni di euro) è mirata alla realizzazione di laboratori per le professioni digitali. All’appello mancano ancora circa 400 milioni di euro. È il decreto stesso a dirci che queste risorse sono state destinate a progetti già in corso prima dell’adozione del Pnrr. Tuttavia non è facile ricostruire dove sono finiti questi fondi, perché si fa riferimento ad almeno 5 atti ulteriori del ministero.
Una mole importante di fondi per la digitalizzazione, insomma, con cui forse non si focalizza in modo puntuale l’esigenza di ogni singolo istituto. E, come se non bastasse, anche sommando queste ingenti risorse mancano ancora all’appello 111 milioni che apparentemente risulterebbero ancora da assegnare.
Nonostante questo abbiamo comunque ritenuto opportuno analizzare tutti i dati disponibili.
All’Abruzzo sono stati assegnati complessivamente circa 46 milioni di euro. Cifra che pone il territorio al tredicesimo posto tra le regioni italiane.
Di questi, circa 30 milioni serviranno per la trasformazione delle aule in ambienti innovativi di apprendimento (azione 1). Altri 10,6 milioni saranno destinati alla realizzazione di laboratori per le professioni digitali del futuro (azione 2). Infine circa 5,3 milioni serviranno per finanziare progetti già in corso prima del Pnrr. [grafico]
Com’è evidente dal grafico, la ripartizione delle risorse tra le regioni segue un andamento essenzialmente demografico.
Questo accade perché i criteri per la ripartizione sono due: per l’azione 1 si basa sul “numero delle classi attive” (più studenti frequentano le scuole di un territorio, più classi saranno attive); per l’azione 2, invece, è stata stanziata una cifra fissa sia per i licei (circa 124mila euro) che per le altre scuole secondarie che abbiano attivo almeno un indirizzo di istituto tecnico o professionale (circa 165mila euro).
Va da sé che questi due criteri non sono stati pensati per andare a colmare i divari tecnologici tra istituti e territori. Al contrario, sarebbe stato più opportuno analizzare prioritariamente i bisogni reali delle scuole, di individuare quelle più in difficoltà per colmare i divari.
Le risorse così distribuite, quindi, rischieranno di aggravare le differenze oggi presenti tra i diversi territori della regione e difficilmente aiuteranno l’Abruzzo a recuperare il ritardo nei confronti delle altre regioni.
A quali comuni abruzzesi vanno i fondi
I 46 milioni di euro destinati all’Abruzzo coinvolgono complessivamente 94 comuni della regione, per un totale di 211 istituti scolastici.
Nell’analizzare questi dati è importante tenere presente che le strutture scolastiche – specie quelle di grado superiore – possono ospitare studenti provenienti anche dai territori vicini dove magari l’offerta educativa è meno ampia o del tutto assente. Tuttavia, dato che stiamo parlando dell’acquisto di strumenti digitali, l’arrivo di queste risorse in un comune piuttosto che in un altro può essere comunque un’indicazione utile non solo per i diretti beneficiari ma anche per la crescita dell’intero territorio.
A livello comunale, ai primi posti si collocano 3 capoluoghi su 4. Il comune che riceve più risorse in assoluto è Pescara (5,85 milioni). Seguono Teramo (3,1 milioni) e Chieti (2,86 milioni). All’Aquila vanno 2,62 milioni, sopravanzata anche dal comune di Avezzano (L’Aquila) a cui spettano 2,82 milioni. [mappa comune per comune]
Tra gli altri comuni che ricevono più risorse troviamo Lanciano (2,17 milioni), Vasto (2,07), Montesilvano (1,47), Sulmona (1,25), Roseto degli Abruzzi (1,22) e Giulianova (1,1).
Occorre precisare che i nuovi progetti devono ancora essere redatti dagli istituti scolastici e passati al vaglio delle commissioni e uffici ministeriali competenti. Non è da escludere quindi che in futuro queste cifre potranno subire delle variazioni, come accaduto ad esempio nel caso delle risorse per gli asili nido.
D’altra parte però, in questo caso specifico, le scadenze del Pnrr impongono la conclusione dei lavori entro il 2025. L’accumularsi di ritardi dovuti alla mancata presentazione dei progetti secondo le tempistiche previste potrebbe mettere in dubbio il rispetto di questo traguardo.