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Wind Day, l’eolico in Abruzzo: 234 MW istallati ma per Legambiente non basta

Il 15 giugno si festeggia l’eolico in tutta Europa con il Wind Day, la giornata del vento promossa dall’Ewea, l’associazione europea dell’energia eolica e dal Gwec, il Global Wind Energy Council, e nata proprio per far capire come dal vento possa arrivare energia pulita a prezzi competitivi in tutto il mondo e in Italia i risultati lo dimostrano con chiarezza. Complessivamente sono 8.650 MW installati in Italia a fine 2013, tra impianti di grande taglia e mini eolico, che hanno consentito di soddisfare i fabbisogni di oltre 5,5 milioni di famiglie attraverso 14,8 TWh prodotti dal vento (quasi il 5% dei consumi complessivi).

In ogni parte del mondo cresce la potenza eolica installata, che negli ultimi dieci anni è decuplicata, con oltre 300 GW installati e per il 2014 si stima che le nuove istallazioni potranno raggiungere i 47 GW di potenza.

“L’eolico in Abruzzo si attesta al settimo posto tra le Regioni italiane con i suoi 234 MW installati – ha dichiarato Luzio Nelli di Legambiente Abruzzo – contribuendo in questo periodo di crisi alla riduzione dalle importazioni da fonti fossili con rilevanti benefici economici. Oggi siamo a un passaggio decisivo per la nostra regione perché solo attraverso la realizzazione di un modello energetico moderno e distribuito incentrato su efficienza energetica e rinnovabili che si possono creare opportunità per le famiglie e le imprese di risparmiare realmente sulle bollette, creando lavoro e ridando competitività alla nostra economia per creare una alternativa conveniente e desiderabile da contrapporre a chi vuole trivellare i nostri mari per cercare petrolio”.

Per Legambiente occorre fare finalmente chiarezza rispetto alle regole per l’approvazione degli impianti eolici, perché l’incertezza delle procedure sta diventando una barriera insormontabile. Un ritardo rilevante lo sconta il nostro Paese anche rispetto al tema dell’interazione tra impianti e avifauna, al momento infatti non vi sono regole nazionali o linee guida in materia. L’obiettivo anche qui dovrebbe essere di alzare il livello del confronto scientifico su questi temi, per aprire un confronto con Regioni, studiosi, associazioni, al fine di evitare o limitare al minimo gli impatti nei confronti della biodiversità, studiando attentamente le diverse situazioni territoriali e le specie presenti. Queste incertezze hanno fortemente penalizzato gli impianti off-shore, nessuno dei 15 progetti presentati in Italia tra cui uno tra Abruzzo e Molise è in funzione o in cantiere, per l’assenza di qualsiasi riferimento normativo e per i veti di Regioni e Soprintendenze. Un esempio emblematico è il progetto di impianto eolico off-shore tra Vasto e Termoli che aveva avuto un parere di Valutazione di impatto ambientale positivo, ma era stato fermato dai ricorsi dei Comuni malgrado le modifiche effettuate per ridurre l’impatto del progetto e il fatto che fosse a diversi chilometri dalla costa. Quell’impianto potrebbe consentire di produrre energia pulita per almeno 120mila famiglie, con vantaggi ambientali e economici che gli enti locali avrebbero potuto far ricadere sul territorio, nella forma di interventi di qualificazione della costa e di valorizzazione turistica, oltre che di creazione di lavoro nei cantieri e nella gestione dell’impianto.

Per Legambiente occorre continuare nella crescita delle installazioni attraverso politiche attente ai territori, come la sostituzione e il repowering degli impianti esistenti, la realizzazione di nuovi progetti di piccola e grande taglia integrati nel paesaggio e poi attraverso impianti off-shore nei tratti di costa dove le condizioni di vento e ambientali lo consentono. Legambiente stima una potenzialità dell’eolico pari al 10% dei fabbisogni elettrici italiani complessivi con lungimiranti politiche di sviluppo degli impianti e di efficienza energetica, che sarebbero una garanzia importante per un futuro energetico realmente sicuro e pulito.