Chieti. “Ci risiamo. La marcia verso la petrolizzazione dell’Abruzzo sembra inarrestabile. Apprendiamo con sgomento e rabbia che il Ministro per l’Ambiente ha avviato le procedure per l’apertura di tre nuovi pozzi di idrocarburi sulla concessione ‘Rospo mare’. Si tratta di una piattaforma che era già tristemente nota alle cronache per un presunto sversamento di petrolio in mare nel gennaio 2013: una questione ancora non del tutto chiarita”.
Dichiara Sara Marcozzi, candidata presidente della Regione Abruzzo per il Movimento 5 Stelle, spiegando che “dietro i tanti proclami dei politici di destra e sinistra, da ultimo quello di D’Alfonso sulle possibili invasioni aliene, che sta facendo ridere l’Italia intera (CLICCA E GUARDA IL VIDEO), la realtà si mostra molto amara. Il governo attuale a maggioranza PD, non diversamente dai governi precedenti, mostra la volontà bipartisan di procedere sulla via della petrolizzazione della nostra Regione. E i politici locali non possono che subire le decisioni che i loro stessi partiti prendono a livello nazionale. Lo stesso teatrino si è già visto per Ombrina mare. Ogni proposta per mettere la parola fine a quella vicenda è stata boicottata dalle maggioranze parlamentari al Governo”.
Secondo la Marcozzi “le soluzioni normative esistono, e sono state presentate in Parlamento in primis dal MoVimento 5 Stelle, ma non sono state nemmeno calendarizzate per la discussione. I Ministri Passera e Clini, dell’allora Governo Monti, hanno individuato l’Abruzzo come distretto petrolifero italiano, sancendo tale prospettiva nella Strategia Energetica Nazionale. L’attuale Ministro dello Sviluppo Economico Guidi ha confermato questa volontà attraverso alcune dichiarazioni. Il problema è politico ancor prima che ambientale. La popolazione abruzzese, gli enti locali, le comunità territoriali, le realtà produttive e le associazioni sono orientate ad un sistema regionale integrato mare-montagna di sviluppo economico e sociale ecosostenibile. Il giorno dopo la perdita di numerose bandiere blu, ci ritroviamo a discutere sulla opportunità di un impianto gravrmente impattante sull’ambiente e a pagarne le conseguenze, per primo, sarà proprio il settore del turismo in Abruzzo. I progetti di coltivazione di idrocarburi rischiano di compromettere definitivamente le economie locali”.
Per la candidata del Movimento “L’Abruzzo non é il Texas! Il M5S continua la battaglia contro la petrolizzazione a tutti i livelli, in parlamento come in regione, mentre i partiti tutti, affetti da sindrome bipolare, dicono una cosa e poi ne fanno un’altra!”